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Rey Enigma, Re Enigma, di sé stesso dice di essere uno scacchista professionale che ha dedicato gran parte della sua vita al “meraviglioso mondo degli scacchi.”
Penso che per essere campioni di scacchi occorra una mente geniale, ma il colpo di genio di Rey Enigma è stato pensare di celare la propria identità.
Il Re misterioso infatti è disponibile a giocare con chiunque voglia sfidarlo, ma appare in pubblico sempre e soltanto completamente mascherato.
Questo aspetto, unito alla sua abilità, contribuisce a renderlo un personaggio nonostante, per sua stessa ammissione, richieda un enorme sacrificio e una metodica e minuziosa attenzione costante.
Dunque di Rey conosciamo la voce, e sappiamo che gli scacchi per lui sono una missione: Re Enigma, ha creato ChessEnigma una piattaforma che offre la possibilità di esercitare ed affinare l’abilità nel gioco degli scacchi attraverso corsi pratici.
Tu sai giocare a scacchi?
A me viene immediatamente in mente la partita magica ne in Harry Potter e la pietra filosofale
Oppure l’episodio di Colombo, uno di quelli con Cane, tra l’altro
Anche se la partita a scacchi cinematografica per antonomasia è quella con la morte ne Il settimo sigillo.
Vuoi proseguire tu con altre citazioni?
Intanto io preparo il caffè da prendere con questi biscotti 🙂
Preferisco la dama.
Facevo i tornei nazionali ho anche vinto.
Buona giornata
Ma dai!!
BRAVISSIMO!!
Fondamentalmente anche io preferisco la dama: a dama ho giocato parecchie volte, anche se solo in casa e anche perdendo 🙁 🙂
GRAZIE e buona giornata a te!
So giocare a scacchi, nel senso che so come si muovono i pezzi, ma non saprei portare avanti una partita seria. E’ un “gioco” troppo cervellotico per i miei gusti.
Ecco. Anche qui scrivo “io come te.”
Quando gioco sono più sull’onda del “non ci voglio pensare troppo” infatti sono sempre stata la rabbia di mio nonno, di mio padre e di mio marito quando giocavamo a carte … loro a fare tremila calcoli, io invece non mi tenevo in mano niente, ma alla fine … indovina? 🙂 😉 😀
Idem
Bene! Siamo una nutrita compagnia di istintivi.
Tu hai la capacità molto utile di creare post che stimolano il lettore a dire la sua, senza contare poi che lo inviti proprio a farlo: per questo gli esempi e gli spunti che proponi nel tuo blog non sono mai esaustivi (non dici tutto quello che si potrebbe dire sull’argomento, esaminando da ogni lato ogni possibile aspetti, come tendo invece a fare io che così distruggo la possibilità di interagire perché lascio poco al lettore da aggiungere) ma sono piccole esperienze personali, un po’ come dire “io in questa cosa ci vedo questo e voi?”
Certo che questo crea un bel post per un lettore solo se l’argomento è appetibile per i propri gusti, amori o hobbies, ma tant’è…
In questo caso parliamo di Scacchi, che per un appassionato come me di cinema e tv è un topos narrativo usatissimo da tutte le espressioni culturali popolari occidentali, come simbolo di strategia e potere e quindi gli esempi di partite dense di significato sono migliaia e si confondono persino tra loro…
Mi permetto quindi alcuni appunti personali…
Al cinema gli Scacchi SONO il film di Bergman, tanto che la scena da te citata costituisce persino un archetipo, usatissima, citatissima e talmente pregna di significato da aver acquisito vita propria (il film si ricorda per quella scena e moltissimi non lo hanno mai nemmeno visto!), mentre in tv gli Scacchi SONO assolutamente ed indiscutibilmente la fiction ideata, scritta e diretta da Scott Frank (in collaborazione con Alan Scott) in modo autorale ed interpretata da sua maestà la divina Anya Taylor-Joy, nei panni della vera scacchista di eccellenza Elizabeth Harmon: sto parlando ovviamente di “The Queen’s Gambit” (dal nome di una classica mossa d’apertura, nota in Italia come Gambetto di Donna e che, cosa essenziale, ha due tempi in cui il secondo tempo è determinato solo dall’accettazione o meno di tale mossa dall’avversario, che può riconoscerla o rifiutarla, cadendo o no nella trappola), serie televisiva per la quale non è contemplata la mancata visione, senza se senza ma (davvero, amica mia, guardati da chi si è rifiutato di vederla o peggio l’abbia trovata scadente in caso di visione e scappa velocemente da tali esseri umani abietti!).
Interessante poi notare come il cinema e la televisione nordamericana, fino al secondo decennio duemila, hanno visto allineati sia i villain sia i grandi detective da una loro speciale abilità negli scacchi, come simbolo di potere e controllo (della mente, delle situazioni e delle persone), mentre ultimamente si è fatto strada il gioco del Go (basato su una battaglia di posizione più filosofica) dove lo scopo finale del gioco non è la cattura e sconfitta del Re avversario (per il quale si può sacrificare tutto, compresa la Regina), ma il raggiungimento di una “sufficienza” di possesso del territorio tale da garantire il controllo e per la quale quindi va applicata una strategia invisibile in cui tutti i pezzi sono funzionali (pluralismo di azione contro gesti clamorosi).
Puoi bene immaginare come questa influenza culturale “asiatica” abbia influito nella creazione dei nuovi villain del cinema e del televisione (silenziosi, minacciosi, intelligentissimi, spietati, con anche le solite citazioni dal solito “L’arte della guerra” del generale Sun Tzu, che tutti i cattivi mostrano nelle scene di aver letto e di cui qualche detective ne riconosce la battute e guadagna punti agli occhi di chi lo ha fatto prigioniero).
Interessante anche la presenza in tantissime serie tv coreane del corrispettivo del Go ovvero del Baduk (o Paduk) ed a volte di giochi ancora più antichi: il concetto è sempre lo stesso ovvero usare un gioco da tavolo di tipo strategico per simboleggiare il controllo delle persone e degli accadimenti (“siamo tutte pedine!”).
Poi c’è chi gioca solo a Monopoli (gioco di strategia vs gioco di culo) e lavora solo per pagare il mutuo e le tasse senza alcun vero controllo sugli eventi e vive le giornate in attesa di un miracolo…
Ci sono tanti giorni che si perdono come lacrime nella pioggia, e poi ci sono giorni da “chiedimi se sono felice” … come se io avessi iniziato una canzone, o un racconto lasciandoli in sospeso e potessi accorgermi che qualcuno li ha sentiti e prosegue.
Nel bene e nel male, la mia idea è proprio questa: ci prendiamo un caffè virtuale e si chiacchiera, INSIEME.
Io magari butto lì la mia piccola visione, e poi chi vuole, se vuole e quando vuole, continua il discorso.
Ho sempre molto da imparare e soprattutto mi piace ascoltare / leggere.
Certo non ci sarà mai nemmeno il paragone con gli articoli che scrivi tu, e ovviamente non è vero che non lasciano spazio, direi piuttosto che aprono mondi.
Già: gli scacchi sono il film di Bergman, non ho nemmeno aggiunto il video perché l’associazione di pensiero è talmente immediata che tutti vediamo automaticamente la morte nel suo ineluttabile mantello nero.
Invece sono andata subitissimo a cercarmi The Queen’s Gambit e intanto aggiungo sotto il trailer: sicuramente intrigante, sono convinta, è da vedere.
Dopodiché sono andata a cercarmi il gioco Go e ho scoperto che c’è anche una Federazione Italiana che dichiara: “il Go è essenzialmente una forma di armonia.”
WOW!
Tu mi parli dell’Oriente ed io te ne sono sempre grata perché le mie lacune sono più grandi delle distese desertiche della Mongolia.
La chiusura è poetic cinema!!
Siamo solo pedine, non c’è niente di più vero, e la metafora con il Monopoli è semplicemente perfetta.
Chapeau.
GRAZIE Kasabake!
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La Morte che gioca a scacchi. L’affresco di Albertus Pictor nella chiesa di Taby che ispirò il regista.
Purtroppo non ho mai imparato a giocare a scacchi!
C’è sempre tempo Luisa, magari capiterà l’occasione giusta, che dici?
ABBRACCIONE e GRAZIE!
Conosco le regole degli scacchi, ma perdo con chiunque.
Dicono che chi ha la “mente matematica” sia favorito nell’apprendimento degli scacchi, ma io in effetti con la scacchiera rimedio solo bruttissime figure, per cui ho abbandonato ogni tentazione.
La tua è una mente matematica ma anche musicale … forse negli scacchi non c’è melodia … non lo so, strano, in effetti.
Adoro questo chiacchierare davanti ad un caffé, alleggerisce lo spirito, offre spunti…Mi sa che gusto un altro biscotto in attesa del prossimo post. Buona domenica 🌞
Ed io non posso che esserne FELICE!!
Questo è esattamente quello che desidero <3
Gusta tutti i biscotti che vuoi! ABBRACCIONE
Confermo l partita a scacchi di Ingmar Bergman, ancor più affascinante per me che non so giocare! Non sapevo di questo personaggio, l’unica identità segreta che conosco è quella di Banksy. Buon caffè
GRAZIE Paola!
Ottimo esempio: Bamsky in effetti suscita curiosità, interesse, e tanta ammirazione.
Le sue opere sicuramente si distinguono, ma anche il mistero che lo avvolge contribuisce molto a creare la leggenda …
GRAZIE Paola! Buon caffè a te <3