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Upcycling secondo il dizionario Cambridge: l’attività di realizzazione di mobili, oggetti, ecc. nuovi con cose vecchie o usate o materiale di scarto.
Questo non è riciclo, è upcycling.
Un concetto ampio che include molti ambiti e svariati prodotti a tutto tondo.
Vorrei però inizialmente soffermarmi in particolare sulla moda: anche per proseguire un po’ il discorso sulla scia delle considerazioni sul riuso che mi ha fatto piacere leggere nei commenti sul Looop.
Partendo come sempre da Re Giorgio e dal suo “I’m saying yes to recycling” va detto però che in questo caso si tratta di materiali recuperati o riciclati, mentre l’upcycling rappresenta uno step successivo, non è “semplice” riciclo.
Molti stilisti stanno infatti creando abiti, capsule, o collezioni vere e proprie, riutilizzando capi vintage che, abilmente rivisitati, danno vita a nuove espressioni della loro arte.
A tal proposito possiamo dare uno sguardo a Upcycled by Miu Miu: una collezione esclusiva e speciale di pezzi vintage riciclati e rielaborati, costruita intorno a capi d’epoca non firmati risalenti al periodo tra gli anni Trenta e gli anni Ottanta, che comprende 80 abiti unici e numerati.
Un altro esempio è Recicla di John Galliano per Maison Margiela termine che deriva dalla fusione di riciclo e replica: una serie di capi in edizione limitata inseriti nella collezione, che riportano la caratteristica etichetta bianca sulla quale ora però viene indicata la provenienza e il periodo.
A me in particolare piacciono le Wicker bags.
Del resto Martin Margiela si può forse definire un precursore della decostruzione che è stata sua prerogativa di sempre, e, citandolo, risulta immediata la associazione di idee con Jean Paul Gaultier.
Seguo JPG con particolare attenzione fin da quando ha curato i costumi per Il quinto elemento di Luc Besson: Leeloo per me è iconica.
E direi che il suo show … bordello come lui stesso lo ha definito, oltre che assolutamente spettacolare, è stato una carrellata di upcycling sui 50 anni di moda che ha attraversato.
Il lutto è per il suo addio alla carriera, ma direi che più che un abbandono si tratta di un finale grandioso.
Si potrebbe anche lanciare un contest: tu quanti nomi e citazioni riesci a contare? Sempre che si riesca ad elencare davvero tutto …
Dato che siamo in Francia merita menzione anche il Renaissance project, sostenuto tra gli altri dal gruppo Kéring.
Il fondatore e presidente è Philippe Guilet, che ha lavorato con molti stilisti come Jean Paul Gaultier appunto, ma anche Thierry Mugler, Karl Lagerfeld e Donna Karan.
Questo progetto implica un vera e proria upcycling couture, e, oltre al riutilizzo dei capi, prevede anche il reinserimento di persone escluse dal lavoro, secondo l’idea di offrire anche a loro una nuova vita.
I capi vengono donati da privati che diventano ambasciatrici e ambasciatori del brand.
Renaissance inoltre scommette sulla periferia di Parigi proprio per integrare e dare opportunità.
Tu cosa ne pensi? Ti è mai capitato di riutilizzare o recuperare qualche vecchio outfit uscito da un baule?
Io confesso di essermi innamorata di alcuni abiti che mia mamma conservava nell’armadio da anni, e di averli indossati in occasioni particolari.
Su tutti ricorderei un simil tubino di velluto nero senza maniche con un taglio leggermente trapezoidale e un filo semilucido di passamaneria sempre nera intorno allo scollo tondo e molto chiuso.
Pensavo che può essere divertente, in vista di questo Capodanno particolare (sebbene sia una ricorrenza che io non celebro) reinventare un abito con qualcosa di recuperato in casa. Che ne dici?
Buongiorno!
Certi capi a mio parere non tramontano mai: non erano tempi di moda usa è getta. C’era una cura più meticolosa in generale sia nella confezione sia nella scelta dei materiali. Che dire poi della “storia” che contraddistingue certi capi? Parlano di altre vite, di altre storie, di ricordi. Preferisco poi da sempre un carattere “originale”, qualcosa che distingue una persona da tutto quanto ci vorrebbe omologati e fatti in serie … Devi essere davvero bella con quell’abito ❤️
Sono assolutamente d’accordo. E la cura meticolosa di cui pari si traduceva in Qualità di tutto rispetto che invece ora è talvolta latitante …
“Storia” è proprio la parola giusta Lucy!
Assolutamente favorevole all’upcycling! Anche se non tutto ciò che viene prodotto è di mio gradimento. E soprattutto sono sempre più convinta che dovremmo produrre di meno, prima che ri/up cylcare! Grazie per l’ottimo spunto di riflessione, mi sorprendi sempre con nuovi argomenti.
Hai ragione! Produrre meno, produrre meglio.
E giustamente anche in materia di ri/up cycling seppur con la giusta intenzione, non tutti i risultati sono ottimali …
GRAZIE a te Gabriella!
Oo, those wicker bags are beautiful and spacious! I love a big bag and mainly use totes for my notebooks that I must have with me at all times, but a wicker bag is a stylish alternative.
Upcycling renders old things into a new form of beauty. Thank you for reminding us even things that have seen a life have yet another life in them.
I’m glad to read that you liked these wicker bags as well.
And from now going on I will be imagining you with totes and your precious work inside!
Thanks to you for putting in evidence this “other life” which is meaningful.
Anch’io ho indossato cose della mia dolce mamma e ho messo insieme vestiti di carnevale con pezzi trovati in casa. Fatto tutto! 😆😆
Luisella! <3
Continuiamo a scoprire sempre più punti in comune.
Vero che sono ricordi meravigliosi?!
Abbraccione.
Hi
So beautiful bag made for recycling. I like. Good job work.
Hello!
THANK YOU!
You’re welcome!
Is it true that bags like this are very beautiful? Do you have any like it?