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Telegiornalismo virtuale: realtà o fantascienza?
Quando si parla di Intelligenza Artificiale, si pensa subito a tecnologie all’avanguardia, a robot in grado di comprendere e decidere le azioni da compiere e di un mondo futuristico in cui macchine e uomini convivono. In realtà, l’Intelligenza Artificiale e il suo utilizzo sono molto più reali di quanto si possa immaginare e vengono oggi utilizzati in diversi settori della vita quotidiana. Si tratta tuttavia di utilizzi meno invasivi di quello che si pensa o di quanto viene mostrato spesso dai film di fantascienza che hanno trovato nel tema dell’Intelligenza Artificiale lo spunto per molte serie più o meno di successo.
Questa è l’introduzione pubblicata sul portale dedicato Intelligenza Artificiale.
Ma siamo proprio sicuri che si tratta veramente di “utilizzi meno invasivi di quanto viene mostrato nei film?”
Nel video di seguito appare la presentazione del primo anchorman virtuale per XINHUA, siamo nel 2018
Il 20 dicembre 2021 un giornalista di National Business Daily annuncia di essere virtuale dopo settanta giorni, lo scrivo anche in numero: 70 giorni di programmazione, durante i quali è andato in onda senza che nessuno notasse nulla.
Il media statale cinese NBD ha poi illustrato, in collaborazione con la società di intelligenza artificiale Xiaoice, il lancio ufficiale dei loro programmi TV: trasmissione di notizie in diretta gestiti interamente da Intelligenza Artificiale.
Xiaoice 微软小冰 , che si definisce L’unicorno nato da un gigante, è legata a Microsoft, che la ha trasformata in società indipendente il 13 luglio 2020.
Qui trovi il video ufficiale e la descrizione del progetto che rientra nel 14° Piano quinquennale della Cina alla voce Tecnologie digitali chiave: innovazione e applicazione
Il nostro focus sarà su chip di fascia alta, sistemi operativi, algoritmi chiave di intelligenza artificiale, sensori e altri campi chiave. Continua.
Ora, verrebbe da dire che considerato il livello di molti giornalisti, purtroppo, una condizione del genere non farebbe molta differenza … ma c’è poco da scherzare.
Tu cosa pensi?
C’è un giornalista presente o passato che, al contrario, stimi particolarmente?
Situazione angosciante. Credo tuttavia che il giornalista virtuale possa solo “ripetere” le notizie. Ma un giornalista non si limita a questo. Informa e poi fornisce una sua valutazione dei fatti. Un giornalista virtuale è in grado di valutare?
Infatti Laura: molto angosciante.
No, il giornalista virtuale semplicemente esegue, dunque comunica, più che informare.
Ad un certo punto diventa solo questione di grafica, ma l’autore è chi programma.
Concordo con Laura, anche se ultimamente molti giornalisti/e fanno da annunciatori/trici. Il loro ruolo dovrebbe essere quello di chi aiuta a capire il contesto e collegare notizie al fine di avere un quadro completo.
Vero.
Il giornalista dovrebbe essere parte attiva nella redazione e dovrebbe essere specializzato in inchieste, non in annunci.
Dovrebbe farsi e fare domande, proprio per raggiungere con obiettività una visione del quadro completo come dici tu Gabriella.
Sinceramente non so se cambierebbe davvero qualcosa: non sono più sicuro che chi dà le notizie le abbia davvero raccolte e non sono nemmeno sicuro che ci sia una verifica delle fonti e, da parte dei redattori, dei giornalisti stessi.
Purtroppo, poi, con la pletora di bufale che si leggono in giro, anche quelle verosimili vengono prese per vere.
Secondo me, ai fini pratici, non cambierebbe granché: in meglio non credo (a parte forse le rassegne stampa notturne che permeterebbero ai giornalisti di dormire), ma in peggio… boh, non vedo tutta questa deontologia, ma solo un grande asservimento al potere.
Con questo non voglio dire che sono tutti così, ma nei “posti che contano” è difficile che ci arrivi l’indi.
Hai ragione, io lo avevo scritto un po’ come battuta, ma in effetti è una triste realtà.
Ultimamente non si sforzano nemmeno più di cambiare le parole: più che informazione sembra diffusione di frasi fotocopia a ripetizione.
E anche riguardo alle fonti, ciò che scrivi purtroppo è vero. Se proprio si mette male si rettifica in seguito, il giornalismo di inchiesta è in via di estinzione.
Per non parlare della faziosità, che regna sovrana. Asservimento al potere, come giustamente descrivi tu.
E no, l’indi non ha speranze, così come la meritocrazia è morta.
Che tristezza.
Ecco: la vedo male in effetti!
Anche io: se tutto va bene … siamo rovinati!?
Siamo già rovinati, ma si può sempre peggiorare la situazione! 🤣
Grande verità!
Ogni volta che penso “abbiamo toccato il fondo” … poi vengo smentita. 🙁
Non e’ che l’idea mi sorrida… 🙂
Luisella non sorride nemmeno a me.
Un abbraccio.
Spero che non diventi abituale, il giornalista a volte esprime emozioni nel dare notizie, non amo l’intelligenza artificiale in alcuni campi.
Hai ragione Paola: il confine è molto labile.
Il progresso deve essere utile e funzionale a migliorare la condizione umana, non a sostituirla.
Creeeepy
Matrix o Terminator (meglio Matrix) è sempre più vicino!
Già … “Allacciati la cintura Alice, che da adesso di meraviglie ne vedrai un bel po’.”
Creepy veramente.
Una vecchia idea di Rocky Morton & Annabel Jankel (un team di registi che ha avuto ben pochi trionfi) era quella di «Max Headroom», un personaggio del tutto virtuale di uno show televisivo… lo hanno inventato in un filmetto britannico del 1985, che dopo due anni diventò una serie di scarsa durata (14 episodi)…
Oggi la realtà raggiunge quella ormai quarantennale fantasia…
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Da antiberlusconiano della prima ora ho adorato Michele Santoro… ed è uno strazio vederlo adesso velatamente novax e pronto a credere a molte fregnacce…
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Oggi letteralmente godo a sentire Andrea Purgatori, Marianna Aprile e Annalisa Cuzzocrea…
Accipicchia mi cogli un po’ impreparata, ovviamente Berlusconi e Santoro sono storia, ma per il resto sto seguendo poco e niente: sono un po’ in sciopero, no, non è vero, non è sciopero, è disintossicazione. Sto patendo tanto il trend in discesa accelerata stile pallina su piano inclinato che ha preso tutta la comunicazione in generale, specialmente televisiva.
Forse sto anche facendo un mix di commenti con l’altro post: sono consapevole che la mia è una utopia ma vorrei un mondo migliore di così.
Ti ringrazio di aver ricordato Max Headroom! Lo avevo rimosso, non so come ho potuto.
Si vede che di quel periodo ho i miei ricordi preferiti che occupano troppo spazio!
Oppure le troppe primavere iniziano ad accorciare la memoria … come diceva Il Grande Quelo … “la seconda che hai detto” … me lo dico da sola!
Anche io vorrei un mondo migliore di così…
e se diamo alla “realtà” solo il significato che ha a livello neurologico («la realtà è l’elaborazione che il nostro cervello fa dei “dati” che evince dal suo apparato sensoriale») allora anche ciò che sogniamo è realtà (Twin Peaks diceva: «Maybe our dreams are real»; cfr. anche il finale della Imaginationland di South Park!): quindi, sognare l’utopia è già realizzarla: se è sognata, l’utopia è già reale!
[cfr. anche la profezia dell’Old Major nella «Animal Farm»; l’idea del teatro del futuro di Gordon Craig; il finale del musical «Les Misérables» di Boublil & Schönberg: tutte cose che esistono in quanto tendere… come il “limite” in matematica!]
Ecco, sì: questa visione è perfetta, ed è sacrosanto quello che dici, infatti il mio peggior difetto è proprio l’elaborazione che il cervello fa dei dati. Dannatamente Machiavellica. Non a caso mio marito passa il tempo a farmi aprire gli occhi per guardare proprio la realtà a livello neurologico, che io invece tendo a filtrare con la sovrastruttura dei miei occhiali con lenti di pessimismo spesse a livello miopia estrema.
GRAZIE per la citazione di Twin Peaks, davvero un gioiello, e per aver ridotto i gradi di separazione nei confronti dell’utopia che dopo le tue osservazioni non sono più nemmeno sette.