NIDO NEL PARCO

NIDO NEL PARCO

Se dico Nido nel parco, tu cosa pensi?

Nello specifico: Parco del Ticino, di cui ti ho già parlato.

Potrebbe essere un nido per gli Ibis?

Oppure un nido per loro?

E se fosse una tana?
Magari per la lepre oppure per qualche altro essere che si aggira nei paraggi … 

No: Nido nel parco è un Eco-camp, per la precisione è il primo primo Tentsile Experience Camp italiano.

Cosa significa?
Significa tende da campeggio sospese tra gli alberi per un’esperienza di immersione totale nella Natura.

Che te ne pare?
Riesci a immaginare di svegliarti e prendere un caffè nel cuore, in senso effettivo, del Parco del Ticino?

O, più in generale, qual è la tua vacanza ideale?

Viaggio

Avventura o comfort

Città o campagna

Io sono cresciuta vivendo le vacanze in campeggio, non così estremo come il Nido del Parco, ma ugualmente abbastanza significativo da occupare un posto particolare tra i ricordi del cuore.

 

Certo, ora è tutto diverso, non si parla più di camping ma di glamping, e sembrano passati anni luce dall’epoca in cui si spedivano le cartoline …

E di strada comunque ne ho fatta anche io, letteralmente.

Con mio marito le vacanze si sono trasformate: dalla staticità “dell’accamparsi” alle camminate chilometriche per visitare più luoghi possibili.

Oltre a Parigi citerei l’Umbria.

Ma tu? Che vacanza mi racconti?

 

FELICITY ACE

FELICITY ACE

 

Quando si dice che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare …

Dagli oceani blu sosteniamo la vita delle persone e garantiamo un futuro prospero.

Questa è la frase centrale che appare sul sito della Mitsui OSK Lines, che risulta la domiciliazione della Snowscape Car Carriers SA, Tokyo, Giappone. 

Eppure la loro Felicity Ace non porta felicità, al contrario, si è rivelata un terribile asso di picche.

Questa nave cargo, battente bandiera panamense, è affondata al largo delle isole Azzorre.

Il sito della Marina Portoghese riporta una sequenza fotografica

La SMIT Salvage Pte Ltd. in data 18 febbraio pubblica il seguente documento:
Un team di sedici esperti della controllata SMIT Salvage è stato mobilitato ieri ed è presente alle Azzorre dove al momento è in fiamme la grande nave con un carico di auto Felicity Ace. La nave era in rotta dalla Germania agli Stati Uniti quando è scoppiato l’incendio. L’intero equipaggio è stato evacuato in sicurezza e grandi attrezzature sono in viaggio dalla Spagna e dai Paesi Bassi per assistere nella lotta antincendio.

Sempre il 18 febbraio, la Mitsui OSK Lines comunica tramite il proprio sito una divulgazione di informazioni sull’incidente FELICITY ACE che riporta:
La nave cargo FELICITY ACE operata da MOL ha subito un incendio durante la navigazione nell’Atlantico il 16 febbraio e tutto l’equipaggio è stato evacuato dalla nave in sicurezza. Le informazioni relative a questo incidente saranno divulgate nel seguente sito web.
MOL si rammarica per il disagio e la preoccupazione causati. MOL farà ogni sforzo per contenere i danni e risolvere la situazione come priorità principali.

Segue un secondo comunicato in data 02 Marzo:
Mentre la nave veniva rimorchiata in un’area sicura dal 25 febbraio, è affondata il 1° marzo dopo aver subito un’inclinazione a dritta.

Sul sito preposto viene elencata una cronologia temporale degli eventi che racconta di un incendio scoppiato a bordo.

La dichiarazione che si susseguono continuano a riportare: si presume ancora in fiamme.

Fino al 25 febbraio: il fumo non è più visibile.

Dal 16 febbraio al 25 febbraio sono 9 giorni.

Il 1° marzo viene dichiarato che la nave è affondata.

Ieri, 7 marzo: la nave è affondata il 1 marzo intorno alle 9:00 ora locale a circa 220 miglia nautiche al largo delle Azzorre dopo aver subito un’inclinazione a dritta.
Il velo d’olio che è stato confermato al momento dell’affondamento della Nave rimane sulla superficie del mare, diffondendosi in modo sottile e scomparendo gradualmente, ma non è stato confermato alcun nuovo velo d’olio.
Dopo aver consultato le autorità competenti, i mezzi di rimorchio e salvataggio hanno lasciato il sito il 5 marzo e continueranno a monitorare l’area con l’osservazione regolare da satellite e aerei.

Un sottile velo d’olio.

Come se fosse tutto qua.

Sul sito EMSA non compare nulla.

Le auto trasportate erano auto elettriche, una probabile causa scatenante dell’incendio potrebbe essere proprio costituita dalle batterie al litio, che richiedono attrezzature speciali per estinguersi, come ha dichiarato il capitano Joao Mendes Cabecas del porto di Hortas intervistato dalla Reuters

Il Gruppo di Lavoro dei Vigili del fuoco ha stilato un vademecum informativo che spiega in particolare il Thermal Runaway e il rischio di incendio ed esplosione delle batterie agli ioni di litio.

Tu sai come si “smaltisce” una batteria?

Riporto testualmente dal sito Cobat cioè il Consorzio Obbligatorio per le Batterie al Piombo Esauste e i Rifiuti Piombosi che spiega la Pirometallurgia.
L’impianto recupera metalli come nichel, cobalto e rame, liquefacendo i componenti della batteria ad alta temperatura.
Litio e alluminio rimangono nei residui.
Per recuperare il litio, sono necessarie ulteriori (costose) fasi di lavorazione.

La stessa Area Ambiente della Comunità Europea dichiara che le batterie Li-ion pongono una speciale minaccia, in quanto contengono un’elevata percentuale di metalli pesanti pericolosi.

Sempre la fonte Reuters parla di un totale di circa 4000 automobili, tutte di lusso: Porche, Audi, Bentley … con una presumibile quantità di accumulatori batteria non certo indifferente.

Non so tu, ma per me quel “velo d’olio” non è copra quello che è finito sul fondo del mare.

È davvero questo l’impatto zero che ci raccontano?

ONE MORE CUP OF COFFEE

ONE MORE CUP OF COFFEE

 

One more cup of coffee è la canzone di Bob Dylan che Lorenzo mi ha consigliato.

One more cup of coffee in questo caso per me rappresenta il simbolo di un nuovo piacevole incontro, seppure online.

Prima di parlartene occorre una premessa: quando ho raccontato dell’iniziativa Keep Calm & Go Volunteering nei commenti Olivia ha chiesto:

Non sprecare cibo è un’ottima idea. Non avevo mai sentito parlare di questo progetto prima. Come si può imporre ai giovani di sprecare meno, di condurre uno stile di vita più naturale?

E Laura ha scritto:
Bellissima iniziativa. Ho la sensazione che i giovani siano vittime del consumismo e pertanto poco inclini a riciclare e recuperare. Speriamo che iniziative di questo genere possano fare breccia.

Quindi ho girato la domanda direttamente a loro, che sono stati così gentili e cortesi da invitarmi per una chiacchierata.

Ho potuto così conoscere Ariela, che è la coordinatrice responsabile, Edisona, Sophie, Veronica, Mehdi e Lorenzo.

Il” Lorenzo che mi ha consigliato la canzone di Bob Dylan oltre ad altre dritte interessanti e preziose su cinema, libri e teatro citando Questi fantasmi

come anche Laura ci insegna.

E molto mi hanno insegnato anche questi ragazzi, volontari dell’Area Europa del Comitato di Intesa di Belluno

Come promuovere nei giovani la cultura anti-spreco?

Andando nelle scuole, come fanno loro, parlando ai bambini e ai ragazzi per diffondere non “lezioni” ma laboratori, e tornando più volte per seguire e constatare che il concetto seminato cresca.

Stimolando ad inventare ricette speciali che abbiano come denominatore comune l’idea di cucinare senza sprecare sulla base del concetto dare, ma anche ricevere consigli.

Progettando di creare un blog dove pubblicare queste ricette per accrescere più possibile l’interscambio.

Organizzando manifestazioni e celebrazioni in occasione delle giornate internazionali.

Proponendo dei tandem linguistici, ovvero delle grandiose opportunità grazie alla loro multiculturalità: conversazioni informali in lingua inglese, francese e spagnola, gratuite, libere e aperte a persone di tutte le età guidate da Edisona , Sophie , Mehdi e Hamudi . con l’obiettivo di incontrare la comunità, socializzare e praticare le lingue.

E ancora diffondere il loro operato attraverso una web radio.

Non so tu, ma io sono davvero entusiasta e una cosa è certa: ci sarà one more cup of coffee.

ANTI GASPILLAGE

ANTI GASPILLAGE

In materia di sprechi in Francia è entrata in vigore una legge nell’ambito del piano di lotta anti-spreco e per il riuso solidale.

Più precisamente: Loi Agec ovvero Loi Anti Gaspillage et Economie Circulaire.

Dopo il notevole passo in materia di Copyright contro Google, ai nostri cugini d’Oltralpe spetta un ulteriore primato: vietare lo smaltimento, ovvero il conferimento in discarica e l’incenerimento, di articoli non alimentanti invenduti.

Seconda una stima, ogni anno in Francia vengono distrutti prodotti tessili in una quantità equivalente al peso della Tour Eiffel.

Dal primo gennaio però, le aziende dovranno donare o riciclare i loro prodotti invenduti.

Il provvedimento per ora interessa i prodotti coperti dal regime EPR cioè a responsabilità estesa al produttore, e sarà esteso a tutti gli altri prodotti non oltre dicembre 2023.

Ma quali sono i prodotti EPR

Si tratta di una politica ambientale che rende i produttori responsabili dell’intero ciclo di vita dei prodotti che immettono sul mercato, dalla loro progettazione fino alla fine del loro ciclo di vita, compresa la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti.

In realtà questa normativa riguarda anche la Germania, perché io mi sto riferendo specialmente alla Francia?

Cosa ti fanno pensare i tessuti di cui ti parlavo prima?

Esatto, un settore particolare: la moda

Avevamo già parlato di Looop o di jeans in affitto, ma quali possono essere nuove soluzioni?

Ad esempio la nascita di piattaforme come Heuritech che, utilizzando l’intelligenza artificiale avanzata (AI) per tradurre le immagini del mondo reale condivise sui social media in approfondimenti significativi, consente ai marchi di moda di prevedere la domanda e le tendenze in modo più accurato.

Oppure come ReValorem che si occupa invece di smontare i prodotti per ripristinare i materiali laddove sia possibile, e annovera Dior tra i propri clienti.

O ancora Nona Source, creata da LVMH, che utilizza proprio il concetto di Looop e attraverso una startup come WeTurn propone pattern esclusivi con i nuovi filati rigenerati.

A proposito di tessuti: io non dimenticherò mai le Marché aux Tissus di Parigi.
Tu lo hai visitato?

CAFFÈ DI TARASSACO

CAFFÈ DI TARASSACO

Mia zia di origini bellunesi: di Mel per la precisione, che ha sempre in serbo ottimi consigli riguardo all’utilizzo di erbe o frutti, mi ha mandato questo video

 

Tanto di cappello a Il Guardiano del bosco Ferruccio Féro Valentino, e ammirazione per Tuenno, la Valle di Tovel e la Val di Non.

Ovviamente la mia attenzione è andata sul caffè fatto con le radici di tarassaco

Hai mai bevuto caffè di tarassaco?
Sapresti prepararlo?

So che gli utilizzi del tarassaco sono molteplici, però io lo associo immediatamente al soffio

Il piccolo Etereo Cappuccio
Poggiato sulla Testa
Modisteria flessibile
Di un Dio sagace
Fin quando scivola via
Un nulla alla volta
E il Dramma del Soffione
Si estingue in uno stelo.
Emily Dickinson

Emily ne svela il dramma eppure io mi trovo a ripensare all’aspetto giocoso che il Dente di Leone mi donava durante l’infanzia, quando lo scivolare via doveva ancora venire.

Hai mai corso in un prato come questo?

Il pallido Gambo del Dente di Leone
stupisce l’Erba e l’Inverno d’un tratto diventa
un infinito Ahimè
sul gambo si leva un’inusitata Gemma e poi un chiassoso Fiore
il Proclama dei Soli
che la sepoltura è finita.
Emily Dickinson

Il Proclama dei Soli.

Questi “soli” ci regalano colore, speranza, a quanto pare anche il caffè, e poi?

Tu conosci altri modi di utilizzare il tarassaco?
Oppure sai impiegare altre erbe spontanee in qualche tipo di preparazione?

REPAIR CAFÉ

REPAIR CAFÉ

Repair Café è una fantastica idea che nasce ad Amsterdam nel 2009 a cura di Martine Postma.

Ma che cos’è un Repair Café?

Non è soltanto un ritrovo.

Non è soltanto volontariato.

Repair Cafè ha una funzione sociale molto importante.

Repair Café è un luogo di incontro gratuito dove è possibile riparare oggetti di ogni tipo insieme.

Repair Café è una organizzazione che mette a disposizione strumenti e materiali per aiutare a effettuare le riparazioni su vestiti, mobili, elettrodomestici, biciclette, stoviglie, elettrodomestici, giocattoli, e molto altro, grazie alla disponibilità di volontari esperti, con capacità di riparazione in tutti i tipi di campi.

Il successo riscosso in Olanda, si è diffuso nello spazio e nel tempo formando un movimento mondiale con il preciso scopo di preservare le capacità di riparazione nella società e di promuovere il recupero degli oggetti che possono continuare a funzionare.

Ci sono organizzazioni in Belgio, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, India, Giappone e in molti altri paesi in tutto il mondo

In questo video Martine, Ginko e Therese spiegano dando anche dei numeri

Non è bellissimo che tra gli oggetti più riparati ci siano anche le macchine per il caffè?

C’è un Repair Café anche a Pavia fondato nel 2015 dall’irlandese Mike Kavanagh e dall’australiano Michael Richards.

Il team, che si cura anche di insegnare le conoscenze necessarie per riparare, si è poi ingrandito e organizza eventi di riparazione in collaborazione con varie associazioni locali.

A questo proposito ti segnalo l’appuntamento di sabato 26 febbraio: Activators Breakfast.

Tu sei per il riuso?
Sai riparare gli oggetti che si rompono?
C’è un oggetto in particolare al quale hai dato o vorresti ridare nuova vita?

E se ti dico 金継ぎ ovvero kintsugi?

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