1522

1522

1522 = numero da memorizzare.

Nella foto scarpe rosse a Vigevano dove sono state organizzate varie iniziative in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Il tema della campagna 2021 è #OrangeTheWorld.
L’arancione è il colore per rappresentare un futuro più luminoso e libero dalla violenza contro donne e ragazze, se vuoi puoi condividere la gif o una tua foto personale con questo colore.

Tutto molto bello, però sono passati dieci anni da quando l’Europa ha adottato la convenzione di Istanbul e in sostanza la situazione non fa che peggiorare.

Il numero delle vittime è terrificante, così come seguire i casi di cronaca quotidiana lascia affranti di fronte a storie dalle quali emergono circostanze a dir poco allucinanti.

Per questo trovo importante diffondere il numero 1522 per contattare la linea antiviolenza e mi è piaciuta l’idea di alcuni supermercati di aggiungerlo su scontrino, sacchetti, borse ecc.

Nel caso in cui non sia possibile chiamare, si può avviare una chat direttamente dal sito

Ci sono poi molte associazioni anche locali che sul territorio costituiscono un valido efficiente aiuto.

Il punto in cui si inceppa il meccanismo è un altro e risponde al triste ritornello “le leggi ci sono, il difficile è applicarle.”

Dunque io direi che poiché in questi giorni è stato ampiamente dimostrato che, quando lo stato veramente vuole, in tempo reale attua il proprio intento, sarebbe davvero il caso di non usare due pesi e due misure.

Come dice il professore di mio figlio “ci sono figli e figliastri” o figliastre in questo caso, perché siamo tutti uguali ma alcuni continuano ad essere più uguali.

LA PASSIONE DI FRIDA

LA PASSIONE DI FRIDA

La passione di Frida edito da tre60 è anche la passione di Caroline Bernard pseudonimo di Tanie Schlie che per il suo ventisettesimo compleanno riceve in regalo la biografia di Frida Kahlo scritta da Hayden Herrera ed inizia un percorso di immersione in tutto ciò che ruota intorno all’artista.

Sul suo sito in primo piano la frase: “E poi mi siedo a Parigi al Café de Flore e ordino la mia ispirazione” … lo stesso Café de Flore in cui a pagina 270 anche Frida siede.

Nel libro si parla anche di un piccolo caffè chiamato La risa: la risata, ma soprattutto si parla della PASSIONE citata nel titolo.

Una passione talmente forte e viscerale da risultare unica e irripetibile, un vero e proprio legame fatto di terra pittura e sangue che Frida Kahlo riporta non solo sulle sue opere ma anche in ogni singolo istante della sua vita.

Una vita sofferta, una vita senza sconti, mai.

Io in particolare ho ricevuto ispirazione per quanto riguarda il convivere con il dolore, ma sono stati altri tipi di sofferenza accanitasi su Frida che mi sono arrivati con la stessa intensità della sua determinazione.

Quel suo buco nel cuore rimane indelebile.

Ma superiore è la forza con la quale arriva il suo esempio di come la volontà trascenda il fisico, riuscendo a sfiorare l’impossibile.

Tanto quanto il destino è crudele.

Alla sua morte i suoi oggetti personali sono stati raccolti e interdetti al pubblico per un periodo di quindici anni per volere di Diego Rivera, ma in realtà gli anni trascorsi prima che venissero esposti sono cinquanta.

Tra le fotografie disponibili grazie a The Guardian io sono rimasta colpita dagli stivaletti. Osservali bene

E ho provato ad immaginare i profumi della Casa Azul

 

Mexicanidad.
In una frase del libro la sorella Cristina, che porta lo stesso nome dell’amica che ringrazio per il libro, dice a Frida che lei è il Messico.

Ma lei è anche il dolore, tangibile, inesorabile, irriducibile.

.

 

Grazie al libro, è possibile assistere alla nascita di alcuni dei suoi quadri seguendo un filo di emozioni, come se non potessero essere pensati altrimenti.

Tu ne hai uno preferito?

Li puoi vedere sul sito della Fondazione, oppure qui trovi una selezione abbinata a citazioni.

Concludo con una notizia, segnalata da Fantastic Nonna: il Comune di Milano ha dedicato una piazza a Tina Modotti che nel libro ha un ruolo importante.

Io mi sono innamorata di questa fotografia.

Ne hai una anche tu in cui il tuo sorriso esplode irradiando gioia?

INSEGUENDO FILI DI PERLE

INSEGUENDO FILI DI PERLE

Lela mi ha segnalato la storia di Meri Shervashidze raccontandomi che è stata la prima modella a sfilare sulla passerella con un filo di perle per Chanel e che si è distinta per lo stile sofisticato e il modo di donare bellezza come si può ben vedere qui dove Lela ha aggiunto un tag per me:

Una storia molto bella che va raccontata, dal momento che credo non sia sufficientemente conosciuta.

Le informazioni su di lei purtroppo sono poche: ho provato ad esempio a ricercare tramite siti ufficiali Chanel ma non sono riuscita a trovare nulla.
Tu magari sai essere migliore di me.

Secondo Vogue, Gabrielle “Coco” Chanel stessa è stata fotografata in una conversazione con il Granduca Dmitri Pavlovich di Russia, mentre indossava le sue collane di perle nel 1920.

Dunque un anno prima che Meri arrivasse a Parigi.

Ma facciamo un passo indietro: Meri Shervashidze nasce nel 1888 a Batumi e discende dalla famiglia del principe sovrano di Abcasia.

Abcasia e Ossezia del sud sono altro da Tbilisi e dal resto della Georgia come ci indica l’Osservatorio ma tu Lela correggimi se sbaglio.

Quando è ancora ragazzina, la famiglia si trasferisce a San Pietroburgo dove Meri diventa damigella d’onore dell’imperatrice.

Nel 1918 le nozze con Gigusha Eristavi, qui c’è un piccolo albero genealogico.

Al tramonto dell’indipendenza Georgiana, e poco prima dell’arrivo dei bolscevichi, Meri si imbarca diretta a Parigi facendo tappa a Costantinopoli in Turchia dove partecipa ad un concorso di bellezza, vincendolo.

Giunta nella Ville Lumière, Meri si stabilisce a Rue de la Tour, sedicesimo arrondissement, nei pressi di Bois de Boulogne e pare sia stato proprio il sopra citato Granduca Dmitri Pavlovich a presentarla a Coco.

Parigi in quegli anni incornicia un tipo di bellezza particolare, tanto che lo scrittore Alexander Vasilyev scrive un libro: “Beauty in Exile” ovvero artiste, modelle e nobiltà che sono fuggite dalla rivoluzione russa e hanno influenzato il mondo della moda.

Lo stile e l’eleganza di Meri non passano inosservati: Saveli Sorin dipinge il suo ritratto che si trova nel palazzo del Principe di Monaco.

Meri viene anche fotografata da Man Ray ma emblematico è l’incontro con Galaktion Tabidze nel 1935 perché si ritiene che suoi componimenti in Georgiano siano dedicati a lei nonostante alcune pubblicazioni risultino precedenti.

Qui puoi ascoltare la poesia in lingua originale, personalmente mi colpisce sentire il nome “Meri” che ormai alla luce di questo percorso per ritrovare sue tracce, per me ha assunto l’aura tipica delle donne che hanno saputo lasciare un segno.

E siccome l’eleganza viene da dentro, Meri Shervashidze ha trascorso gli ultimi anni della sua vita in una casa di cura conservando bellezza, nobiltà e maestosità fino all’ultimo giorno della sua vita, a 97 anni.
È sepolta insieme al marito nel cimitero di Saint Genevieve des Bois.

Ricordo il periodo in cui ascoltavo Destini incrociati e trovo la storia di Meri potrebbe essere raccontata in questo modo, anche se poi ho ritrovato che Giacomo Zito e i suoi collaboratori hanno abbinato Coco Chanel a Luchino Visconti

possiamo sempre fare una nuova puntata noi, o no?

E chiedendoci cosa “possiamo fare” … io direi che piuttosto non possiamo parlare di eleganza e fili di perle senza citare lei.
Qui il post con l’iconica scena di Colazione da Tiffany.

E tu, hai altri fili di perle da inseguire?

AL TAVOLO DI AMALIA

AL TAVOLO DI AMALIA

Come promesso torno a prendere il caffè con le tre c di Laura: la penna del gruppo Al tavolo di Amalia

Raccontiamo Ischia tra chiacchiere e caffè.

È lo slogan sotto alla foto di sei splendide donne sorridenti.
Fantastico! Non sei d’accordo?

Io ovviamente non potevo che immergermi all’istante!

Seguendo il blog ho scoperto informazioni, racconti, storie, tradizioni e itinerari assolutamente interessanti che mi hanno indotta ad oltrepassare l’ingresso a me forse più noto delle Terme per scoprire ad esempio inaspettati dettagli sulla agricoltura che sinceramente non avrei immaginato.

Perché Al tavolo di Amalia si parla di Ischia, andando alla ricerca dell’anima che nemmeno gli ischitani conoscono appieno, in un susseguirsi di approfondimenti che spaziano anche geograficamente arrivando fino a Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana e Barano.
Tu conoscevi già queste località?

Il caffè come punto di incontro.

Che dire? PERFETTO!!

Ed il caffè è stato proprio il primo scambio nell’ambito di questo progetto cresciuto al tavolo di Amalia, che ha dato il via grazie al quale le amiche si sono incontrate, e successivamente maturato tra passeggiate, borghi e personaggi

In particolare io mi sono appassionata alle storie di Zia Mariuccia e Sue: contrapposte in una sorta di visione speculare che ti consiglio di non perdere.

Ma c’è un altro personaggio da scoprire: Laura.
Interprete e traduttrice, ha cambiato la sua vita esplorando sé stessa attraverso una totale immersione nella natura, durante la quale ha ripercorso l’esperienza ischitana dell’autore danese Bergsøe

La pietra cantante è uno dei suoi lavori di traduzione che mi ha affascinata non appena ho scoperto che Laura lo ha tradotto da un testo in caratteri gotici … come ho già detto, io adoro queste cose che considero un po’ come sogni.

In fondo ai sogni non è sempre bello scrivere to be continued?
Dunque non potremo non proseguire presto la scoperta di questa Pietra Cantante, vero?

CRUELLA: TÈ A REGENT’S PARK

CRUELLA: TÈ A REGENT’S PARK

La recensione professionale la trovi qui sul blog Matavitatau, io vorrei fare due chiacchiere, stavolta va bene con il tè, anzi tea at Regent’s Park.

E in particolare vorrei parlare della colonna sonora che ho trovato calzante e che per quanto mi riguarda ha assolutamente sottolineato tutta la visione donando un indiscutibile valore aggiunto.

La parte originale è stata curata da Nicholas Britell. Jamie Fisher sul New York Times  riporta un’intervista a Barry Jenkins che lo descrive minuziosamente. La frase che mi ha colpita è “… c’è una leggera atmosfera di Willy Wonka nel suo studio” e direi che ciò è cosa buona.

Poi però c’è tutto un lungo “repertorio” di citazioni che definire “degne di nota” è assolutamente riduttivo.

Time of the season: Estella arriva ai grandi magazzini Liberty, tra l’altro alcune scene sono state registrate nella location reale

 

Feeling good  di Nina Simone: Estella è felice perché alla baronessa è piaciuta la sua vetrina e vuole che lavori per lei.

La baronessa. Emma Thompson. In effetti è molto Miranda Priestly ma io ho rimpianto Charlotte di The boat that rocked alias I love radio rock.

Alla prima visione: quando Emma / Charlotte arriva sulla nave, l’effetto WOW per me è stato di gran lunga maggiore.

Tu mi dirai: e cosa c’entra? Nulla, in verità.
Ma io ci ho trovato elementi in comune tipo la musica, il periodo, la swinging London … e mi era sembrata molto più “baronessa” Charlotte, tu però correggimi sempre se sbaglio.

Anzi, mi lascio correggere direttamente da lei che ha dichiarato che questi sono alcuni dei brani più belli di tutti i tempi I arrive to the sound of The Doors … which I never arrived to any cooler soundtrack.”

Rimanendo sul tema look mi sono chiesta come sia nata la scelta di Florence + The machine dato che Florence Welch stessa ha evidenziato le sue affinità:
“Sono sempre stata interessata ai vestiti e la moda mi è sembrata uno sbocco per la creatività, vestirsi, per me, è sempre stato una sorta di autorealizzazione dello spirito interiore. Sento che è un modo per indossare l’anima di te al di fuori di te stessa”.

Florence rivela anche di usare i vestiti come una sorta di “armatura” per proteggersi mentre la sua carriera si espande. Proprio come Cruella usa la moda.

Altra grande Donna che ha fatto moda, ma che soprattutto ha fatto storia: Debbie Harry con One way or another  infatti, come ho già scritto, ribadisco che dovremmo prendere esempio.

Così come vale sempre il concetto di These boots are made for walking di Nancy Sinatra forse scontatamente necessaria, in senso positivo ovviamente.

Meno prevedibili invece sono I love Paris di Georgia Gibbs e Peraphs, peraphs, peraphs di Doris Day.

La versione di Whole lotta love di Tina Turner e Ike si adatta bene direi.
Anche se io devo riascoltare l’originale: tra l’altro recentemente è stata votata come il brano contenente il miglior riff di chitarra di sempre

E dato che siamo in argomento classifiche, ricordo la versione Maneskin di I wanna be your dog, tenendo a sottolineare come la BBC abbia pubblicato il loro “storming” nelle classifiche inglesi, che è tanta roba per come generalmente viene considerata la musica italiana.

Lo so, mi sono già dilungata parecchio e non ho nemmeno citato Stone Cold Crazy, Hush, o Sympathy for the devil. E ancora non avrei concluso, in effetti ci vorrebbero singoli post dedicati perché è più forte di me: non so essere breve laughing

È vero che si era detto che questo sarebbe stato un tè anziché il solito caffè, ma mi impongo di lasciare spazio ai tuoi commenti perché sono curiosissima di conoscere le tue preferenze, anche se Cruella direbbe: “I’m just getting started, darling …”

SAMANTHA BONANNO PAPER ART

SAMANTHA BONANNO PAPER ART

 

Ho già scritto di quanto io trovi incantevoli le creazioni di Samantha Bonanno, ma ora che ci siamo conosciute e che mi ha spiegato un po’ il suo mondo devo assolutamente ribadire: non te le perdere!

I libri, la carta, le parole, prendono corpo e magicamente trasmettono emozioni in una nuova dimensione, assolutamente coerente ma ad un livello sensorialmente tridimensionale che svela in modo tangibile l’anima racchiusa in significati finora solo pensati e immaginati.

Metafore, impressioni, sensazioni e sentimenti espressi in senso visivo, evocativo, e allo stesso tempo reale e coinvolgente.

In particolare i quadri esposti alla Scuderia del Castello Visconteo Sforzesco di Vigevano in occasione della rassegna Con la natura e con le mani rappresentano in sequenza il mito di Persefone.

Geode. Una pietra, ma anche Terra, dalla radice del nome: Geo.
Un ritorno all’origine per capire da dove siamo partiti e cosa possiamo scoprire in profondità. Onde di materia come flusso del tempo.

Kore. La fanciullezza, la giovinezza. La primavera che Persefone stessa porta sulla terra in questa sua esistenza divisa a metà tra la madre Demetra che si oppone al rapimento compiuto da Ade, e il ruolo di regina degli inferi.
Κόρη, letteralmente: la figlia; altro nome, del quale si conoscono numerose varianti, prima fra tutte, Persefone [Περσεϕόνη].
Nella doppia vita di Kore è adombrata la realtà stessa della natura per cui ogni cosa che ha vita, nasce dalle viscere della terra e – dopo aver compiuto un ciclo determinato – ritorna alla terra.
CORE: Nel linguaggio comune, per core si intende il “nucleo del corpo”.

Hekate. Sorellanza, trasformazione, sogno e magia. Il ciclo della vita ma anche il centro.
In greco antico: Ἑκάτη, Hekátē: era la dea della magia e degli incroci ed era la potente signora dell’oscurità, regnava sui demoni, sulla notte, la luna.
Possedeva in sé entrambi i principi della generazione, il maschile e il femminile. Per questo motivo viene definita la fonte della vita e le viene attribuito il potere vitale su tutti gli elementi.
Quest’opera è stata realizzata con pagine di libri in tutte le lingue.

E infine Ade. Creato con un libro che non è piaciuto molto, ma anche in questo caso un equilibrio: tra il bene e il male.
Persefone in fondo non lo odia, non tutto è negativo, esattamente come da un libro meno piacevole può nascere Arte in maniera così sublime.

Poi magari Samantha mi correggerà se sbaglio o tralascio qualcosa, ma intanto ti consiglio di approfondire i suoi lavori perché anche le sculture sono una esperienza imperdibile, per me: da innamoramento.

E direi che Samantha Bonanno nelle sue opere racchiude l’essenza di
dare alla vita umana un senso elevato e incantevole.”
Hermann Hesse.

Archivi

Pin It on Pinterest