Questo articolo è disponibile anche in: English
Lela mi sta insegnando molto del suo paese e delle loro tradizioni, argomenti finora a me pressoché sconosciuti.
Qualche giorno fa è capitato che mi taggasse in un tweet molto divertente che non può che far sorridere, ma anche in quel caso ho imparato qualcosa.
Tu sapevi che i cortili della vecchia Tbilisi sono conosciuti come Italian Yards?
Cortili italiani.
Io lo trovo semplicemente fantastico!
Per cui, ormai affascinata da questa cosa mi sono messa a cercare informazioni.
Ne è nata una esplorazione nel senso letterale dal momento che ovviamente i siti istituzionali sono scritti in alfabeto georgiano.
Che tra l’altro è composta da tre sistemi Mrgvlovani, Nuskhuri and Mkhedruli e ha origini molto antiche.
Lingue orientali, il mio sogno da sempre.
Lela, tu lo sai, anzi scusami ancora per la questione dei libri in sospeso, e correggimi sempre se sbaglio, ma nutro la speranza di poter piano piano imparare un minimo di questi caratteri che trovo armonici, quasi come se riuscissero a comunicarmi una sorta di melodia insieme alle parole.
Non a caso i tre sistemi di scrittura dell’alfabeto georgiano sono diventati patrimonio UNESCO.
Ma torniamo ai cortili!
Innanzitutto ti direi di guardare la foto di questo tweet perché sembra un dipinto.
Fin qui sinceramente io non ho riscontrato una immediata somiglianza con i cortili che siamo abituati a vedere.
Ma ho trovato una prima spiegazione qui:
le persone spesso chiamano questo tipo di cortili “italiani,” ma sono stati piuttosto i caravanserragli persiani che hanno influenzato la struttura delle case secondo la tradizione georgiana. A differenza delle due per lo più di forma quadrata e circondate da arcate in pietra solida, quelle georgiane vi stupiranno per forme imprevedibili, arcate in legno leggere ed eleganti riccamente decorate da intagli con combinazione unica di motivi classicisti e orientali; folle combinazione di numerose sovrastrutture, ponti sospesi che collegano le case, scale a chiocciola, logge vetrate, toppe di vari materiali utilizzati durante i lavori di ristrutturazione, pittoreschi fasci di tubi e cavi, un tripudio di verde (grazie al clima umido georgiano) l’effetto è mozzafiato.
E direi che sull’effetto mozzafiato siamo tutti d’accordo.
Qui c’è una serie di foto a cura di Ksenia Vysotskaya a riconferma dell’intrinseca bellezza che trasmette vita vissuta al primo sguardo.
Stabilito che lo splendore è indiscusso, rimane però da scoprire come nasce il parallelo con i cortili italiani.
Chiedi a qualsiasi locale di Tbilisi, tuttavia, e ti diranno che i tesori architettonici più amati della città sono i suoi affascinanti cortili “italiani”. Ciò che li rende “italiani” ha meno a che fare con lo stile architettonico che con il modo di vivere rilassato che fiorisce tra le sue facciate in legno. “Ci sono un sacco di chiacchiere, discussioni, pettegolezzi che accadono qui. I georgiani sono molto emotivi, proprio come gli italiani.”
Dunque non si tratta di estetica ma di essenza!
Ciò che ci accomuna è il modo di vivere, non è meraviglioso?
E riporta esattamente al tweet di Lela.
Per una curiosa coincidenza in questi giorni commentando “la consolazione del salice” di OREAROVESCIO mi sono ritrovata a ricordare il cortile della mia infanzia.
Il discorso poi è continuato con il ricordo di Bianca proseguendo anche sul suo blog.
Quindi mi piacerebbe proseguire con ricordi ma anche aneddoti del presente: tu come vivi o come vedi i cortili italiani?
About courts … post by Summer with Monika: link here.
Che post delizioso. Mi piace l’idea dell’essenza italiana, fatta di calore, cordialità e chiacchiere
GRAZIE Luisa!!
In effetti piace molto anche a me ed è così bello essere sulla stessa lunghezza d’onda!
“L’idea dell’essenza italiana” è una descrizione perfetta. L’ho già detto grazie?!
E’ bello sapere che, in qualche parte del mondo, non siamo ricordati solo per le cose negative che ci contraddistinguono…
Detto ciò, io col cortile ormai non ci ho molto a che fare, però da piccolo, con la mia biciclettina, facevo tanti giri tutt’intorno (e tieni conto che era una dozzina di metri di lunghezza (o poco più) per una metà di larghezza e mi immaginavo di farci le gare con i miei compagni di scuola. Ovviamente, alla fine, vincevo io. 😀
Giusto!! Una volta tanto anche cose belle associate all’italianità!
Ma lo sai che anche io giravo in bici in cortile esattamente come te!?!!
Sempre insieme a mio fratello, eravamo instancabili.
Le dimensioni dello spazio ciclabile erano addirittura inferiori e, al centro del cortile sterrato, dopo la pioggia si creava una enorme pozzanghera per cui era come un circumnavigare al contrario …
Tu però poi la passione per la bici la hai mantenuta! Ed è una vittoria anche quella! No?!
Che bella la foto del tweet! Davvero pittoresca! Italiani forse si per quel modo comune di essere emotivi e chiacchieroni. Però di cortili così “vivi” non ne vedo più, forse è rimasto qualcosa nei centri storici più antichi. Il mio attualmente serve solo alle auto 🙂 Quello del salice che raccontavo era del vicino e anche lì pochi contatti umani. Ecco dei cortili ricordo più gli alberi delle persone. Alcuni sono stati tagliati e me ne sono dispiaciuta in lacrime forse in maniera irrazionale, come se avessi perso un amico. Mi hai dato un’idea per un articolo sai! 😍
Hai ragione Bianca, purtroppo di cortili vivi non se ne vedono più. Mio figlio ad esempio non ha mai potuto giocarci, tra macchine parcheggiate, esattamente come dici, e regolamenti condominiali da rispettare … e questo è molto triste in effetti.
Invece il tuo ricordo degli alberi associati ai cortili è semplicemente meraviglioso! Io trovo che anche con gli alberi si possano creare legami e che il fatto di vederli crescere come silenziosi osservatori delle nostre vite sia importante.
Per me non è irrazionale piangere per un albero, anzi, da quella che patisce se non riesce a provvedere bene alle piante in casa o sul balcone che sono, lo capisco eccome.
Sono strafelice per la tua idea nata qui e NON VEDO L’ORA DI LEGGERTI!!
Abbraccione <3
Confido questa cosa sugli alberi (e anche io sulle piante) sempre con timore, perché in genere non si è capiti, la gente pensa che siano esseri inanimati e per cui non si può provare qualcosa… Mentre invece sono convinta che le piante possano avere dei sentimenti. E sono felicissima e molto grata che tu riesci a capirmi! Mi metterò alla tastiera appena riesco 🙂
Molto bello il modo in cui parli della cultura georgiana… è affascinante scoprire altri mondi. Ti abbraccio anche io!
GRAZIE!!
Sì io sono moooooooolto affascinata da differenti linguaggi, culture, usi, costumi e tradizioni da sempre!
Riguardo agli alberi con me trovi terreno fertile … inanimati sicuramente no!
E dato che ieri era la famosa notte delle stelle cadenti, per mantenere la magia ricorderei questi versi:
Alberi,
eravate frecce
cadute dall’azzurro?
Che terribili guerrieri vi scagliarono?
Sono state le stelle?
(Federico García Lorca)
Ah me ne ero dimenticata! Vabè che a me piace che i desideri stiano sulle stelle quelle fisse in cielo così da trovarli quando ce ne è bisogno 🙂
I versi sono stupendi, li rubo e conservo, è un’immagine bellissima… Grazie ♥️
In effetti hai ragione!
Perché mai debbano cadere, queste povere stelle, per accontentarci … è giusto invece che rimangano dove possiamo trovarle sempre.
GRAZIE a TE!! <3
(ti lascio il link di un post di qualche anno fa in cui parlavo proprio di questo, visto che ne abbiamo parlato mi farebbe piacere farti dare un’occhiata 🙂
https://bloom2489.wordpress.com/2018/08/21/punti-di-riferimento/
Grazie!
Hai fatto benissimo perché altrimenti mi sarei persa questo tuo punto di vista, anzi no, “di riferimento,” che invece è molto importante!
Sai: mio figlio si chiama Lorenzo per cui nella mia mente contorta l’idea della notte delle stelle cadenti si fonde con i desideri per lui, con lui, e con l’idea di una specie di momento magico.
Ma a onor del vero mi sono sempre fermata ad un livello superficiale, per cui ti ringrazio moltissimo per avermi dato anche lo spunto per approfondire e ricercare da dove si è originata questa leggenda e per avermi aiutata a capire che stavo guardando solo il dito, e ti chiedo di continuare a segnalarmi le tue riflessioni che sono talmente belle!
Grazie a te che lo hai letto! Bellissimo nome Lorenzo e capisco perché l’argomento ti interessa molto 🙂 Io sentivo il bisogno di capire il perché di questa tradizione e ho cercato di immaginare questo desiderio aggrappato alla stella e mi son chiesta se doveva essere per forza così, e quale significato poteva invece avere per me 🙂 Sei un tesoro, grazie davvero…
<3
GRAZIE a TE!
L’immagine del desiderio aggrappato è una perfetta metafora che rafforza l’idea di non arrendersi.
odio i link che non si aprono su una nuova finestra
ma almeno le foto erano belle
Hai ragione.
E hai fatto molto bene a farmelo notare!
Target blank, provvedo senz’altro.
Grazie!
quante cose si imparano leggendoti 🙂 Bello questo spirito di convivialità che sembra caratterizzarci :-)… Buonanotte mia cara 🙂
GRAZIE Licia!!
Vero?! Convivialità è un valor eaggiunto per quel buon umore che non può che migliorare il nostro vivere.
Accomunare. Condividere. Unire.
Bellezza. Positivià. Armonia.
Un abbraccio fortissimo.
affascinante questa storia della tripla lingua intreccia, deve essere una fatica per i georgiani capirsi. Forse per questo stanno tante ore in cortile a contarsela, ora che si capiscono s’è fatta sera 🙂
ml
(grazie della citazione)
ah ah ah in effetti … sicuramente anche un passatempo.
Dunque mi viene immediatamente da pensare a quanti giochi di parole si potrebbero fare … consideriamo ad esempio di moltiplicare alla terza il tuo brano La collezionista …
https://orearovescio.wordpress.com/2021/06/22/la-collezionista/#more-4047
che dire? Sarebbe un triplo wow!
(GRAZIE a te.)
eheh, con tre lingue a disposizione ci sarebbe da sbizzarrirsi 🙂
Molto!
E spero di riuscire presto ad approfondire come si rapportano tra loro questi tre sistemi perché trovo tutto ciò assolutamente interessante.
Che bella cosa che hai scoperto. Brava. I cortili, quelli di una volta, quanto ci mancano…
Davvero Laura!
Ci mancano proprio tanto!!
Un po’ come i pomeriggi in spiaggia di cui parli tu:
https://www.altavolodiamalia.com/un-pomeriggio-in-spiaggia/
GRAZIE!
Estremamente interessante!
Molte GRAZIE!!
Ah ma guarda, qualcosa di nuovo da sapere! I cortili italiani, ovvero i ritrovi quotidiani delle ciance, sono assai famosi. Mi sono iscritta con eMail, ma non mi arrivano notifiche e nemmeno sul Reader di WordPress. Che dubolls 🙁 mi servono le notifiche, perché non mi ricordo un ciuffolo!
Lu PERDONAMI!!
Purtroppo io sono un casino ambulante e il mio blog è anomalo esattamente come me.
Sono iscritta al Reader che però non riconosce il blog perché nonostante sia WordPress non è nato da lì, per cui non sono ancora riuscita a trovare un modo di inserirmi.
Non ho attivato e-mail di notifica per ogni post ma soltanto una newsletter settimanale che viene inviata ogni sabato.
Provo a controllare e spero che tu possa riceverla senza ulteriori intoppi.
SCUSAMI ancora tanto e GRAZIE infinite per la pazienza!