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Giorni Ribelli è l’ultimo libro di Andrea Calugi che ringrazio sentitamente insieme a Manuale di Mari.
Andrea Calugi è toscano e dalla sua biografia in breve mi piace citare questa frase: è ancora in cerca del suo futuro, tra un libro da leggere, una pagina da scrivere, una canzone da ascoltare e un bicchiere di buon vino da bere.
È dunque facile empatizzare, e mentre Andrea cerca il suo futuro, ci propone una visione del futuro nel suo libro.
Un futuro senza tempo, un futuro che non possiamo calcolare, un futuro lontano e allo stesso tempo vicino: per tutto il tempo ho avuto la percezione di una sorta di dualismo.
Leggevo di un futuro e pensavo a un passato chiara rappresentazione di come tutto cambia ma di come in realtà tutto rimane immutato.
I giorni scorrono e la storia si ripete.
Una storia dalla quale non impariamo, o non vogliamo imparare.
Una storia di guerre, come quella che caratterizza i Giorni Ribelli che invitano alla riflessione, che spronano alla ricerca della Libertà prima che si estingua.
Ho amato un passaggio del libro nel quale Andrea paragona la terra ad un corpo umano che sanguina per le ferite delle bombe e “librava polvere che lentamente, come lacrime, ricadeva a terra inondando tutto e tutti del proprio pianto.”
Vorrei che tutti avessero la sensibilità per vedere la terra che sanguina, per sentire il dolore della terra, che è dolore per tutti.
E mi ha colpita il pensiero di uno dei personaggi secondo il quale “la vera paura era che con sé morissero anche tutti quegli stupendi ricordi che invece sarebbe stato giusto gli sopravvivessero.”
Constantine viene considerato matto per il suo modo di pensare, qual è per te la vera paura?
Ti senti ribelle?
Chi o cosa contrasterebbero i tuoi giorni ribelli?
La vera paura? Scoprirmi pietra, immobile, senza più slanci, desideri. Ribelle… sempre, a modo mio.
Pat tu sei poeticamente ribelle!
Riguardo a ritrovarsi senza stimoli o senza desideri è davvero di una tristezza desolante e il solo pensiero attanaglia …
Beh direi proprio di sì, mi è sempre piaciuto andare contro corrente, din da ragazzina e seppur molto timida. Ma le malelingue mi hanno sempre indignato molto e ribellarmi facendo il contrario di quello che ci si aspettava mi divertiva molto. La cosa da adulta è anche aumentata e passando anche la timidezza sono diventata molto schietta e diretta, fregandosene che la cosa piaccia o no. Quindi si sono ribelle orgogliosa del esserlo! L’unica cosa che potrebbe contrastarni è solo la malattia, nient’altro. Buon fine settimana Claudia ☺️
Silvia io ti ammiro ancora di più!
Le malelingue non sono mai piaciute nemmeno a me ma da ragazzina la mia timidezza era al limite del paralizzante e ancora adesso, dopo tutte le primavere che sono passate, ho tantissimo da imparare.
La malattia, ecco, quella è una delle mie più grandi paure perché finora la vita ha risparmiato me, ma ha voluto che assistessi impotente a sofferenze di vario tipo.
SIlvia ti abbraccio e ti ringrazio. Buon fine settimana anche a te!
La mia vera paura? Non essere stata abbastanza ribelle. O almeno non fino in fondo. Un abbraccio, Claudia
GRANDE Laura!
In breve esprimi un concetto che chiude il cerchio e merita tanta stima!
Se tutti fossero come te, il mondo sarebbe un posto migliore.
Contraccambio l’abbraccio di cuore.
La mia unica vera paura è veder soffrire i miei affetti, davvero l’unico pensiero che mi paralizza. Ma anche veder soffrire la terra, vederla degradarsi, e aspettarne le conseguenze h un posto di rilievo
Eh Paola! <3
La sofferenza ... anche io ne sono terrorizzata dopo quello che ho visto accanto ai miei genitori.
Mia nonna diceva in dialetto che "le nostre paure ci corrono dietro" ... in quakche caso è vero, ma io faccio del mio meglio per tentare di non pensarci. A volte ci riesco, altre volte invece ....