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L’arminuta di Donatella di Pietrantonio edito da Einaudi è l’ennesimo libro per il quale ringrazio Monica.
Arminuta è una parola dialettale abruzzese e significa ritornata.
Ritornata, arminuta appunto, è il soprannome che viene dato alla protagonista del libro che ha vinto il Premio Campiello 2017.
Il Premio Campiello è un riconoscimento letterario curato dagli imprenditori veneti ideato da Edilio Rusconi non ancora editore nel 1963.
I campielli sono in effetti piccoli campi, ovvero slarghi o piazzette tipici di Venezia.
Il trofeo che viene consegnato al libro vincitore, ha la forma della caratteristica “vera da pozzo” che spesso si trova al centro dei campielli proprio per l’approvigionamento dell’acqua, in particolare si ispira alla vera da pozzo di San Trovaso nel sestiere di Dorsoduro.
La storia de L’arminuta ha ispirato anche il regista Giuseppe Bonito.
Il film con Sofia Fiore e Carlotta De Leonardis è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2021 ed è Distribuito da Lucky Red.
Questo trailer mi mostra immagini molto diverse da come me le sono immaginate leggendo.
Tu hai visto il film?
Quali sono le tue impressioni?
L’autrice: Donatella di Pietrantonio ha vinto anche il David di Donatello nel 2022 per la migliore sceneggiatura non originale.
Questa “ritornata” costringe il lettore a riconsiderare il concetto di madre.
Mamme.
Ti ho raccontato di chi ne ha avute due come Americo Marino e di come entrambe abbiano incarnato la vera essenza dell’essere madre.
Ora ti racconto di chi ha avuto due diversi abbandoni.
Ma il concetto di maternità è talmente esteso e interconnesso con l’amore innato da potersi estrinsecare anche in una piccola, piccolissima Donna.
E laddove la vita priva dell’affetto materno, la vita può regalare una sorella.
“Mia sorella. Come un fiore improbabile, cresciuto su un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia. Da lei ho appreso la resistenza. Ora ci somigliamo meno nei tratti, ma è lo stesso il senso che troviamo in questo essere gettate nel mondo. Nella complicità ci siamo salvate.”
Difficilmente guardo un film se ho già letto il libro: resto puntualmente delusa, con poche eccezioni.
Io ogni volta sono mossa dalla curiosità, specialmente se il libro mi è piaciuto, nella vana speranza, che puntualmente viene disattesa in effetti.
Ho letto altro di suo, questo non ancora. Film no, di solito o l’uno o l’altro, perché i film mi deludono sempre.
Hai letto L’età fragile?
Anch’io rimango sempre delusa dai film tratti da libri, eppure ogni volta sono curiosa di vedere come vengono rappresentati.
Che meraviglia questa frase: “Laddove la vita priva dell’affetto materno, la vita può regalare una sorella.” ❤️
GRAZIE Valy!
Trovo che sia confortante pensare che la vita toglie, ma che restituisce anche.
Forse in tempi traslati e modi differenti, ma pur sempre significativi.
Molto bello il pezzo dedicato alla sorella, insieme ci si fa forza nelle brutte esperienze della vita. Non ho letto il libro ma penso sia interessante. Buon fine settimana!
Vero?!
Anche io le ho trovate parole molto incisive ed efficacemente espressive.
Hai ragione: insieme ci si fa forza.
Io non so come avrei fatto senza mio fratello.
E in altri modi la vita mi ha donato delle “sorelle.”
Non conosco né il libro né il film, ma l’idea dell’affetto fraterno che possa sostituire quello di una madre mi sembra bellissimo.
Lo è. E anche a me è sembrato bellissmo il modo in cui queste due sorelle biologiche hanno ricostruito un legame solido ed essenziale che si è trasformato in salvezza per entrambe, ma che soprattuto si è dimostrato l’unica espressione di maturità in mezzo a tutto il resto degli adulti inadeguati se non addirittura indegni.
Certo, GRAZIE a te, Claudia.
Buonanotte e sogni d’oro ✨️✨️✨️ la vita prende, la vita dà, è come un delicato “gioco” di equilibri.
Parte del famoso equilibrio sopra la follia …
Buona notte e dolci sogni anche a te cara Valy <3
Sì, grazie di cuore a te, per tutto, cara Claudia ❤️
GRAZIE a te carissima Valy e buona domenica!
GRAZIE carissima Claudia, buona domenica!
Tema scottante. Leggerò il libro. “Sostituire” l’amore materno credo sia molto difficile, certo il rapporto con una sorella o un fratello aiuta. Ma l’abbandono dei genitori credo lasci un senso di vuoto e di solitudine che non potrà mai essere davvero colmato. Grazie per questo post, Claudia.
Hai ragione Laura, credo anche io che l’amore materno sia insostituibile.
Purtroppo però a volte l’amore materno viene a mancare.
Questa storia racconta di come non una, ma due madri si sono sottratte.
Per fotuna ci sono invece Donne capaci di essere GRANDI fin da piccole.
GRAZIE a te Laura!
Non ho visto il film, ma ho il libro nel cuore, tutto in quelle due parole. Mia sorella. Ora che me ne hai parlato, me lo rileggo
Che bello Paola!
Ti ringrazio per aver aggiunto la tua frase così importante: “tutto in quelle due parole, mia sorella.”
Buona lettura dunque! E un caro abbraccio
E dire che pensavo Erminuta significasse la piccolina 🤣🤣🤣
Eh! Ci sono dialetti facilmente comprensibili le cui parole somigliano molto alle corrispondenti in Italiano, ma alcuni dialetti sono pressoché indecifrabili per chi non li conosce.
Sai che è la prima volta che mi arriva come notifica la tua risposta al mio commento?^^
In effetti ho notato che stanno cambiando anche le mie notifiche e soprattutto la possibilità di rispondere e di scrivere ai commenti sul sito di Claudia… per una volta preside deve aver fatto un aggiornamento intelligente!
Goethe diceva che un traguardo si raggiunge senza fretta ma senza sosta.
Ecco forse io ho preso un po’ troppo alla lettera il “senza fretta” … del resto sono keep calm 🙂 😉 😀 e sono moooooooolto lenta!
Ma sicuramente continuo a provare.
GRAZIE GRAZIE GRAZIE per la pazienza.
Perbacco! Il correttore automatico ha corretto “WordPress” in “preside 😅😅😅
Pensavo fosse voluto 😂😂😂
🤣🤣🤣
Non chiedermi perché ma sul “preside” a me viene in mente The Wall: “Hey! Teachers!”
Abbattiamo i muri dei correttori e anche delle piattaforme software 🙂
💪🏻 che dire? A furia di non arrendermi 😊 evviva! 🥂
Ti ringrazio come sempre per il feedback.
Carissima Claudia, non ho letto il libro e non penso che lo leggerò perché non è assolutamente il mio genere letterario e sono indietro con tantissime altre cose da leggere e scrivere e vedere eccetera ma apprezzo sempre questa tua vetrina informativa…
Sai che però, leggendo il tuo posto, non ho capito se questo libro lo hai finito di leggere e soprattutto quale sia la tua recensione? Forse non ho letto bene io …
No figurati! Tu leggi sempre benissimo.
Io ho l’abitudine di essere molto criptica nel senso che ogni volta immagino di essere di fronte a due tazzine di caffè insieme a chi mi legge, dunque il mio intento è più che altro quello di proporre una chiacchierata senza pretese, soprattutto lasciando che lo spunto possa poi portare il discorso dove lo si preferisce, liberamente.
Sì: ho letto il libro e a me è piaciuto il modo di scrivere dell’autrice perché ha avuto la capacità di farmi entrare nei panni della protagonista. Forse anche alla luce del fatto che la mia è stata un’infanzia bella, serena e fortunata, sebbene la mia famiglia fosse di modeste possibilità.
Mi sono ritrovata ad immaginare come mi sarei sentita se tutto ad un tratto mia mamma fosse sparita, lasciandomi con la preoccupazione.
Questo è quello che accade alla Arminuta: da un giorno all’altro si ritrova letteralmente consegnata come un pacco davanti a una casa a lei sconosciuta fino a quel momento, e da figlia unica stra-coccolata, si ritrova catapultata in una famiglia numerosa, rumorosa, e irrispettosa.
La sua vera famiglia.
Nessuno le vuole dire perché colei che aveva sempre chiamato mamma di colpo sparisce nel nulla e arriva alla conclusione che il motivo non può che essere una malattia grave.
La mamma le vuole tanto bene e non vuole che lei la veda soffrire, non ci può essere altra spiegazione, ma appena starà meglio tornerà a prenderla.
Questo è il pensiero al quale lei si aggrappa mentre impara a disputarsi cibo, spazio e vita.
La madre biologica si dimostra di una freddezza agghiacciante, ma ha una sorella, che si preoccupa per lei, cerca di aiutarla, le rimane sempre accanto.
È più piccola, è cresciuta senza mai conoscere tante delle cose che per l’Arminuta sono state fino a quel momento la normalità, eppure proprio lei si dimostrerà l’unica vera Donna della storia.
Comprendo bene come questo non sia esattamente il tuo genere di lettura preferito.
Nel caso ti fosse venuta la curiosità di sapere di più proseguirò il racconto, nel frattempo aggiungo soltanto la mia modesta impressione citando come metafora un passo del libro nel quale il fratello maggiore dell’Arminuta la porta su una giostra: secondo me anche la storia è un po’ come un “calcinculo,” come si dice da noi, quando arriva la spinta si vola in alto per tentare di acchiappare il premio.
Ma raccontami piuttosto cosa stai leggendo di bello tu!
Anche io mi sa che il film non lo guardo neanche se mi pagano. E io non capisco i romanzi che fanno nostalgia della sofferenza… e cominciano a essere parecchi!
Ecco Nick qui tocchi un tasto dolente per me: i libri sulla sofferenza.
Non so bene per quale motivo, io probabilmente agli occhi di altri risulto propensa a letture dolorose: la stragrande maggioranza dei libri che ho ricevuto in regalo vertono sulla sofferenza femminile in varie forme.
In realtà io preferisco leggere qualcosa che mi costringa a ragionare, a ipotizzare, a capire, a imparare anche.
La sofferenza ormai ci circonda nel quotidiano e i libri, così come i film, vorrei che fossero per me un rifugio.
Come giustamente dici, “i romanzi che fanno nostalgia della sofferenza cominciano ad essere parecchi.”
Alcuni di questi hanno comunque una veste da testimonianza, altri invece strizzano più l’occhio al filone tanto da risultare a tratti incongruenti se non addirittura inverosimili.
Riguardo al film ammetto che la curiosità c’è, nonostante sia una curiosità vana già sul nascere: appena ho visto qualche frammento del trailer mi sono sentita un po’ come quando ho visto la Abra di Doctor Sleep.
No, ho letto Mia madre è un fiume 😊
Bello? Ti è piaciuto?
Si, anche se mi aveva lasciato una certa tristezza dentro…