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Relife Torino è il nuovo complesso di appartamenti per studenti, creato trasformando l’ex stabilimento Lavazza.
MuseoTorino: il museo virtuale di Torino, che avevamo già visitato parlando di Bicerin, racconta di Lavazza in Corso Novara a Torino dal 1965 fino al 2017.
Successivamente nel giugno 2018 viene presentata la Nuvola Lavazza.
Inaugurato la scorsa settimana Relife Torino risulta dunque un progetto cosiddetto di recupero curato dall’architetto torinese Stefano Seita e dallo studio Lombardini22 per conto di una società svizzera: RELIFE Nation.
Relife basa il proprio concetto sulla social economy attraveso la RELIFE Foundation che ha l’ambizione di contribuire concretamente al miglioramento della società “creando un ponte tra il mondo accademico e il terzo settore.”
La campagna di presentazione è stata curata da FUD Design, brand di Lombardini22.
Out of home logo che include un QRcode raffigurato attraverso graffiti urbani a pavimento curati da GreenGraffiti.
Sembra tutto molto bello.
Ma non mancano le polemiche: gli appartamenti risultano piuttosto costosi e non certo alla portata di tutti gli studenti.
Il messaggio è stato rimandato al mittente sempre sotto forma di scritte sui muri.
Secondo te possiamo davvero parlare di società migliore, se è a caro prezzo?
Mentre mi racconti la tua esperienza da studente, stavolta ci beviamo un Lavazza?
non conoscevo questa realtà torinese…
dalle immagini… è di una “costosa” modernità assurda…
Torino è la terza città in Italia per numero di studenti iscritti all’università… dei quali 12% fuorisede… in cui c’è un fortissimo bisogno di alloggi a breve… medio e lungo termine per i fuorisede…
Relife Torino vuole essere un luogo aperto e fruibile da tutta la comunità…
sperando che siano soldi per spesi per sostenere l’istruzione e la socialità…
Cinzia ti ringrazio davvero tanto per i dati che hai aggiunto!
Sai noi qui per l’università facciamo molto riferimento a Pavia, oppure a Milano, e in effetti Torino rimane un pochino meno conosciuta, dunque grazie.
Mi unisco sicuramente alla tua speranza, abbiamo bisogno di illuminare le menti a livello universale visto che ci troviamo di fronte a una tendenza che riaccentua il divario tra chi ha possibilità economiche e chi deve arrabattarsi.
Mi sembra assurdo che si faccia una cosa del genere e poi i costi per usufruirne siano alti. Non ha molto senso. Io ho studiato a Bologna, ospite di una zia vedova, perciò non ho idea di cosa potesse costare un affitto. Noi ci siamo fatte compagnia a vicenda e non è stata male come esperienza.
Raffa ancora una volta mi trovi d’accordo.
Indubbiamente bene per i recuperi e per qualsiasi iniziativa circolare che estenda lo “studio” all’interno di una idea di comunità, ma senza che diventi qualcosa che i più non possono permettersi, altrimenti se ne perde il senso.
Bella bella la tua esperienza con la zia. Certamente un esempio!
Non conosco questa realtà ma gli studenti non possono permettersi costi alti e non hanno bisogno del lusso ma solo di un posto dove poter vivere e studiare, di spese ne hanno già tante! Buon fine settimana Claudia .
Giusto Silvia.
Mi verrebbe da dire “sotto il vestito niente” … questi progetti innovativi farebbero veramente la differenza se fossero totalmente inclusivi, “rivoluzione” non è solo recupero, ma riqualificazione a beneficio di tutti.
Io con te parlerei per ore e ore, sorseggiando un buon Lavazza. Ho frequentato l’Università nella mia città, quindi in casa con la mia famiglia. Purtroppo abitavo lontano, ho fatto un sacco di corse, dovevo prendere un autobus da capolinea a capolinea, due linee di metropolitana 🚇 e un bel pezzo a piedi. Impiegavo più di due ore tra andata e ritorno, molto di più, quindi scelsi di frequentare solo le lezioni indispensabili, non sempre i Professori facevano spiegazioni interessanti o quelle che prevedevano uno sconto di pagine ai frequentanti. Il mio ultimo esame, Diritto Amministrativo erano cinquemila pagine….ciao Claudia, un abbraccio, buon week – end.
Accipicchia Valy! Non so dirti se sono più stupita dalla quantità di pagine o dal tempo di trasferimento …
Non vivendo in città in realtà non mi rendo conto.
Erroneamente penserei che avere l’università nello stesso luogo di residenza possa essere una fortuna, quando invece impieghiamo sicuramente meno tempo per il tragitto qui in provincia a distanza …
Diritto Amministrativo però tanta roba!!
Complimenti di cuore!
E’ un evento molto interessante!
Buon sabato, Claudia cara ☕☕
Sì, lo è, perché comunque qualsiasi intento di miglioramento a livello urbano e sociale, seppure con difetti, è utile.
GRAZIE Luisa, buon sabato anche a te!
❤️❤️❤️
<3
Quante cose mi fai scoprire!!!
Ti ringrazio tanto Maria!
Abbraccione
Il progetto è interessante, ma se riservato a pochi eletti appare più un’operazione per dare lustro a un marchio e non per agevolare gli studenti.
Io studiavo a Pavia, e ci andavo in treno.
Hai ragione: è un progetto presentato molto bene, per non dire che è un’ottima operazione di marketing, ma in pratica poi nel concreto si traduce in qualcosa di elitario.
Pavia per noi di qua è forse il principale punto di riferimento per l’università.
Mia figlia studia a Torino, e fa lezione seduta per terra. Iniziativa bellissima ma a corredo andrebbero sistemate le strutture altrimenti passa per una condizione di lusso e per pochi
Paola dopo aver letto il tuo commento sono andata a cercare informazioni sugli studenti seduti per terra come tua figlia: non lo sapevo!
Ti ringrazio tanto perchè aggiungi un elemento molto importante!
Guarda Cla, è proprio di questi giorni la questione….borbotta un po’ ma che farci? Sono in 450 e i posti non ci sono x tutti
E’ un grave problema anche qui a Padova: gli studenti universitari da fuori città, si trovano di fronte a costi di affitto troppo alti, che nemmeno i genitori spesso riescono a coprire, se pensiamo poi al vitto, ai libri ed alle tasse universitarie. La mia ex-morosa affrontava ogni anni questi problemi, ed anche trovare una stanza era spesso un bel grattacapo. E poi dovevi sperare di trovare compagne di appartamento che ti andassero bene: non fumatrici, tranquille, non rumorose, educate, pulite…
Ti ringrazio per l’ulteriore aspetto che sottolinei: riuscire a studiare serenamente diventa un’impresa titanica dovendo far combaciare così tanti fattori, a maggior ragione pensare a una struttura completamente nuova farebbe presupporre alloggi destinati a risolvere questi problemi, non all’ennesima esclusione per chi ha comuni disponibilità economiche.
GRAZIE Kikkakonekka.
Le città universitarie stanno allontanando gli studenti. Un paradosso. Fino a qualche tempo fa gli studenti erano considerati una fonte di ricchezza: vivono come i residenti, fanno la spesa, comprano nei negozi.
Eppure, oggi si preferisce altro. E a perderci sono gli studenti, ma le stesse città che così si impoveriscono da certi punti di vista.
Creare alloggi costosi per gli studenti è un controsenso. Un abbraccio.
Hai assolutamente ragione Laura.
E non si impoveriscono solo le città, si impoverisce anche la società, ci impoveriamo tutti.
Non so tu, ma io continuo a vedere passi indietro purtroppo.
Contraccambio l’abbraccio!