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Ti ricordi di quando abbiamo parlato di collaborazione?
Eravamo rimasti con lo spunto Migliora-menti, eppure la mia capacità di seguire come si deve tutte le cose che vorrei fare non è affatto migliorata purtroppo.
Ad ogni modo è inutile piangere sul latte versato sempre che tu non preferisca il caffè macchiato quindi, nel caso in cui ti sia sfuggito il post su 2010: Fuga da Polis riporto il filo del discorso anche qui.
La riflessione in oggetto non è metaforica ma virtuale.
Mi riferisco alle telecamere che alcune case automobilistiche hanno introdotto al posto dei classici specchietti di vetro laterali.
Queste mirror cam costituiscono un altro piccolo passo nell’ONLIFE per usare un neologismo d’autore.
Onlife è quanto accade e si fa mentre la vita scorre, restando collegati a dispositivi interattivi.
Per ora si tratta soltanto di macchine di fascia alta, ma tu pensi che quello che ora è ancora soltanto un optional, possa diventare di uso comune per tutte le automobili in futuro?
Senza neanche parlare di costi, la prima domanda che è venuta in mente a me riguarda il consumo che inevitabilmente ridurrà l’autonomia delle batterie.
Tu cosa ne pensi?
Ti è già capitato di guidare utilizzando queste cam al posto dei classici specchietti laterali?
Pensi che avresti difficoltà oppure non vedi l’ora che questa novità si diffonda sulla maggior parte dei veicoli come è già successo ad esempio per i cruscotti digitali?
Riflessione reale o riflessione virtuale?
Posso dire che tutto questo progresso mi fa un po’ orrore?
Il caffè ☕️ verrei a prenderlo da te. Credo tu mi capisca, un abbraccio affettuoso Claudia.
Saranno sicuramente utili, ma intanto ti mando un abbraccio che ci sta sempre bene! ❤️
Eccome se ci sta sempre bene un abbraccio Valy! GRAZIE <3 contraccambio.
Anche io, senza sembrare anti-progresso, preferirei percepire un miglioramente certo nella evoluzione, invece di ritrovarmi con una serie di dubbi.
Riguardo al caffè, reale sicuramente!! Live e non onlife 🙂
❤️😄😄😄🫠😉🤗🤗🥰😍
Questo delizioso post, come tutte le spigolature in ambito pubblicistico, spinge alla riflessione su questioni enormi ma che spesso scivolano quasi inavvertite di fianco a noi nella nostra vita quotidiana, come enormi balene invisibili e silenziose che nuotano in un flusso di corrente…
Inoltre la lettura vale già da sola per la citazione di un neologismo (onlife) che non conoscevo e che ho apprezzato moltissimo, spingendomi ad indagare oltre.
Cogliendo un riferimento interno, mi viene in mente di come mi sia capitato spesso di ragionare sull’uso automobilistico di una telecamera al posto di uno specchio e di come questa innovazione sia stato anzitutto figlia tecnologica del cambiamento stesso del comportamento tra gli automobilisti delle vecchie generazioni (che quando facevano retromarcia si giravano direttamente con la testa, appoggiando il braccio sul sedile di fianco a loro, per guardare in modo diretto il percorso da compiere) e quelli che invece hanno imparato ad usare gli specchietti retrovisori, rimanendo dritti al loro posto ed elaborando nel loro cervello le visioni laterali e posteriori offerte dagli specchi per compiere la migliore manovra: può sembrare una cosa da nulla ma è esattamente la differenza tra il vivere le nostre percezioni in modo istintivo e lo sforzarsi consapevole di usare nuove interfacce per capire il reale.
Nel caso dello specchietto da me citato, la differenza, tra una visione analogica e meccanica ed una invece video riprodotta della vista posteriore o laterale, non è solo metodica ma qualitativa: maggiore precisione nella tele camera ed infinita espansione delle possibilità offerte abbinando l’immagine video digitale a quella virtuale ed è proprio su quest’ultimo aspetto che mi sono concentrato (inserimento nell’immagine stessa di dati telemetrici come la distanza o la temperatura ambientale, grazie a dei sensori di prossimità o termometri, etc.).
Pensa, amica mia, che differenza potrebbe esserci tra un semplice specchio fisico che usiamo in casa quando ci vestiamo, di quelli alti e stretti che ci mostrano la figura intera quando ci mettiamo davanti e proviamo un vestito ed uno schermo a led che mostri la nostra immagine come in un riflesso ma in realtà catturata da una videocamera: l’immagine riflessa nello specchio potrebbe mandarci sempre e soltanto quello che in quel preciso istante e con quella luce ambientale lo specchio cattura e rimanda, mentre l’immagine catturata dalla videocamera, se mediata da un processore, potrebbe essere modificata in tempo reale con un software di gestione video, rimandando a nostra scelta l’immagine reale o un’immagine in realtà modificata, magari aumentando la luminosità o su uno sfondo ricostruito magari preso dalla rete o da un’altra telecamera sparsa nel web, arrivando al punto di poter cambiare il colore dellimmagine del vestito che stiamo provando e persino parti di esso ed a questo punto, perché no, anche la visualizzazione di parte del nostro corpo, come se quell’immagine riflessa non fosse più la semplice riproduzione della realtà che sta di fronte a uno specchio o ad una video camera, ma un Avatar costruito partendo da dati reali e dati virtuali…
Io qui mi fermo, ma so benissimo che la tua mente creativa potrebbe continuare a lungo a ragionare su tutte le considerazioni e le implicazioni che ci possono essere tra una riproduzione semplice della realtà fatta in modo meccanico (uno specchio) ed una sua elaborazione, arricchita da altri elementi e magari virtualmente costruita per calcolare i cambiamenti del tempo anche climatici: la superiorità di un’immagine elaborata ed arricchita, in confronto a quella analogica e meccanica, è ovviamente devastante (per far preferire le telecamere agli specchietti basterebbe soltanto pensare all’enorme traguardo ottenuto nella sicurezza stradale nei camion e nei furgoni che usando telecamere al posto dei vecchi specchietti hanno praticamente annullato cosiddetti punti ciechi che causavano e continuano a causare terribili incidenti e morti) e solo una scarsa qualità tecnologica potrebbe ancora oggi far preferire la prima alla seconda (nel campo della fotografia ad esempio sono dovuti passare molti anni prima che i fotografi professionisti adottassero le macchine fotografiche digitali sostituendole a quelle analogiche perché per moltissimo tempo le vecchie ottiche rimandavano un’immagine più definita e migliore ma ora non è più così), ma ancora una volta, come in tutti i campi della nostra esistenza, ciò che davvero fa la differenza è la consapevolezza dello strumento che usiamo e del suo prodotto, perché solo se lo controlliamo possiamo ottenere il massimo e non esserne schiavi.
Buon weekend.
Innanzitutto grazie per il contributo che aggiunge molti spunti di riflessione e di discussione che spero sempre di ricevere, sia come confronto che come ampliamento di qualsiasi tipo di argomento: è proprio vero che “questioni enormi spesso scivolano quasi inavvertite di fianco a noi nella nostra vita quotidiana, come enormi balene invisibili e silenziose che nuotano in un flusso di corrente” … non le vediamo, o forse meglio dire che non le vogliamo vedere e che le lasciamo scivolare fingendo che siano minime, perchè è più facile, quando in realtà sono davvero oscuri cetacei che dovrebbero preoccuparci.
Posto che io sono riluttante ai cambiamenti proprio per natura, ho la tendenza a soffermarmi più sulle negatività, quindi approfitto della tua accurata descrizione per lanciare o rilanciare i dubbi, pur sapendo che alla fine l’evoluzione ci porterà avanti come è già successo per tante altre cose.
Da anziana, anche se non metto il braccio sul sedile, ho ogni volta l’istinto di voltarmi a guardare, se uso la retromarcia. Insicurezza? Sicuramente. Questione di abitudine? Anche. Certezza di non sbagliare? Nessuna.
Eppure io appena ho visto queste mirror cam, senza considerare i camion ma rimanendo nell’ambito delle automobili utilitarie, ho pensato:
“si potranno rubare?”
“Quanto costerebbe la sostituzione nel caso del classico urto che spesso capita?”
“E se si guasta?”
“Quanta carica toglieranno alle batterie?”
Probabilmente tutti questi dubbi nascono dal fatto che mi perdo tra i controsensi: perché aumentare accessori quando in generale dovremmo diminuire il consumo di energia?
Vorrei davvero capire.
Poi certo la tecnologia e l’innovazione sono affascinanti: volendo sognare il futuro io ripeto lo stesso desiderio di sempre ovvero il teletrasporto!
“Beam me up Scotty” 🙂
I tuoi dubbi sono legittimi ma in realtà sono riferiti solo alla “superficie” della questione e mi spiego meglio: il “vero” progresso non è quello sbandierato come novità da glamour per i quattro pennivendoli e scribacchini che prendono una notizia affascinante e poi si copiano e si incollano la stessa cartella stampa, ma è quello che entra a far parte della vita quotidiana in modo silenzioso, partendo dalle forniture per i governi (esercito, sanità, amministrazione pubblica) e che solo dopo le prove sul campo diventa di dominio pubblico ed in quel caso la bilancia per il calcolo del reale consumo energetico o del costo diventa più preciso e spesso ha già superato tutte le prove di impatto.
Ad esempio, tu sapevi che il consumo più grande di energia ed emissione di anidride carbonica in una missione spaziale non è il carburante bruciato nel lancio e usato fino all’uscita dall’orbita terrestre, come chiunque potrebbe pensare, ma è dato dalla produzione dell’acciaio usato nel booster? In quest’ottica si capisce bene perché il dipartimento aerospaziale di Elon Musk, anche al netto delle gigantesche esplosioni e distruzioni episodicamente subite, ha portato un netto guadagno ambientale per il solito fatto di aver introdotto un rientro radiocontrollato (e gestito da IA) dei booster dopo il lancio, che vengono così riciclati oramai da anni con un risparmio sia di costi sia appunto di acciaio (le fonderie sono la forma industriale più energivora ed inquinante mai costruita).
Insomma, io ho brividi se penso che uno scelga di cuocere il riso all’asiatica usando un cuociriso elettrico quando può farlo usando il gas, ma cosa accadrà quando finalmente tutti avremo sul serio pannelli solari casalinghi da terrazzo (non quella vaccata che esistono ora)? Accadrà che per l’ambiente e le proprie tasche sarà meglio consumare energia elettrica non più prodotta da centrali a carbone fossile e per lo stesso motivo non è un caso che la commissione europea sta imponendo a tutti i paesi membri di installare colonnine di ricarica per l’idrogeno (la mobilità elettrica è per questo decennio ma nel prossimo sarà il momento dell idrogeno, che è anche l’elemento chimico più diffuso nell’universo conosciuto).
Insomma, cara Claudia, ci aspettano grandi cambiamenti epocali sotterranei, che scorreranno sotto ai nostri piedi di semplici mozzi della nave del pianeta terra (Big Blue Marble, come chiamavano il nostro mondo in quel bellissimo programma educativo statunitense per bambini degli anni 70) ed in superficie urlerà il clamore delle galline e dei pavoni usati come armi di “distrazione” di massa…
Ah, dimenticavo, le telecamere che stanno sostituendo gli specchietti retrovisori delle auto di lusso e dei camion (fornendo anche in proiezione una visione virtuale fisicamente impossibile dall’alto calcolata aritmeticamente) non sono “urtabili” o frangibili come un delicato vetro sporgente, come un vecchio specchietto retrovisore laterale, ma sono incastonate nelle modanature della carrozzeria spesso nemmeno visibili e grandi come un bottone da cappotto.
Mi scusi per aver pontificato, vero?
Please…
Oh bene: un altro argomento che sicuramente vorrei approfondire, cioè l’idrogeno. Purtroppo la mia conoscenza al riguardo è troppo limitata, ma sicuramente mi interessa scoprire, capire e imparare. Ho letto varie cose ma non ho ancora trovato una “fonte” (di informazione, che poi può essere anche considerata energia) soddisfacente, quindi sono molto contenta per qualsiasi tipo di approfondimento o di spunto di “discussione” perché davanti al caffè si chiacchiera ma si parla anche di cose più serie.
L’esempio del cuociriso elettrico poi è perfetto per quello che intendevo dire e capisco che ci voglia tempo, ma in alcuni casi mi sfuggono persino le intenzioni nel senso che non ci vedo nemmeno gli albori.
Per questo voglio sperare tantissimo nell’intelligenza delle persone.
Da donna al volante gli specchietti al sicuro da facili rotture sono una consolazione, anche se in realtà io in futuro mi vedo più alla guida di una Ami.
Mi ero persa Big Blue Marble quindi sono andata immediatamente a cercare il primo episodio che lascio anche qui sotto nel caso qualcun altro volesse scoprirlo.
Che nostalgia per gli anni 70!! Mi sono ritrovata a ripensare a quando durante il giorno non veniva nemmeno contemplato di trasmettere dei programmi, fino all’orario della tv dei ragazzi che però in realtà non guardavo: ricordo il televisore soltanto la sera.
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Sono rimasto molto colpito dalla dolcezza del tuo aver inserito un link di YouTube al programma per ragazzi da me citato…
Sei una persona speciale e sai davvero come far felice un estimatore di persone curiose quale io sono sono (quasi un collezionista!).
Buona festa!!!
Grazie: semplicemente sono contenta delle interazioni di chi legge e mi fa piacere che i discorsi abbiano un seguito per tutti colore che leggono o leggeranno, quindi è mia abitudine aggiungere link, immagini o video citati, se posso.
Buona festa!
❤️
Sono sempre scettico sulla introduzione di troppa tecnologia, dove non è indispensabile.
Il discorso sarebbe lungo, ma abbiamo visto cosa accade per es. con gli elettrodomestici, che hanno ormai durate molto ridotte nonostante la “tecnologia”.
Eh! Hai ragione: il discorso sarebbe davvero lungo.
Riguardo alla cosiddetta obsolescenza programmata tocchi un altro tasto dolente: abbiamo elettrodomestici con i programmi “eco” che però durano sempre meno e risultano irreparabili a meno che non si ricorra al fai da te, con conseguente spreco di risorse e incremento di rifiuti da smaltire …
Preferisco la riflessione reale, troppa tecnologia appiattisce i sensi.
Paola, ti ringrazio per aver aggiunto anche questo aspetto del tutto rilevante e cioè la nostra capacità e il rischio che comporta l’abitudine di avvalerci di dispositivi un po’ per tutto.
GRAZIE!
Sai Claudia che non ho un’opinione sulla suddetta telecamera? Dovrei prima provarla. Diciamo che non sono contraria al progresso tout court… 😊👋
E questa è cosa buona Luisella, hai ragione: non è bene essere contrari al progresso.
Aspetto dunque che tu possa provare direttamente questi specchietti, nel frattempo, se posso, dopo aver visto l’immagine dell’auto d’epoca sul tuo blog confesso di essere molto più attratta dal passato 🙂