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Rompiamo le scatole?
La raccolta differenziata ci ha ormai dato ampia consapevolezza della quantità di plastica che consumiamo settimanalmente: qualcosa tra lo spaventoso e l’allucinante.
Una prima evidente assurdità sono gli imballaggi selvaggi.
Come ad esempio quelle confezioni di biscotti per le quali poi ci ritroviamo a dover gettare: pellicola esterna, scatola di cartone, involucro in poliaccoppiato, e infine vaschetta di plastica, molto spesso con rigonfiamento interno, e questo lo dico da illusa … sembra sempre che i biscotti siano molti di più e invece poi …
Ovviamente ho citato i biscotti dato che sono un prodotto che ben si adatta al caffè, ma solo come esempio di una lunga triste lista, elenca liberamente anche tu.
Va dato atto che il sito CONAI ci comunica i prodotti e le aziende che hanno ridotto l’impatto sull’ambiente: qui trovi nello specifico un campione che riguarda proprio biscotti, per rimanere in tema.
Secondo te siamo almeno nella giusta direzione?
È davvero così difficile modificare le abitudini?
Vorrei raccontarti della mia esperienza con il distributore di latte, che mi molto è mancato da quando lo hanno fatto chiudere, purtroppo.
Per me andare con la shopper piena di bottiglie vuote da riempire anche per i vicini, era uno di quei momenti lievi nelle giornate caotiche.
Mio figlio, allora piccolo, lo aveva preso come un gioco, felice di bersi il suo biccherino di latte fresco dopo avermi aiutata: era più bravo di me!
Le bottiglie venivano riutilizzate, il latte arrivava direttamente dal produttore: una azienda agricola della frazione limitrofa al paese, e già potrebbe bastare come cosa buona, no?
Era diventata una bella condivisione.
Già. Era.
Come tutte le cose belle, è finita presto, perché su tutto continua sempre a trionfare l’interesse, la maledetta legge del guadagno, secondo la quale il successo riscosso da quel piccolo self service probabilmente aveva iniziato ad infastidire.
Fortunatamente talvolta giungono notizie da altri paesi che si dimostrano più virtuosi, tu hai qualche testimonianza o aneddoto da raccontare? È davvero così?
Che ne dici di rompere le scatole?
Era un’iniziativa lodevole. Io vado al distributore di acqua, soprattutto quando sono al lago e l’acqua dell’acquedotto è troppo ferrosa
Anche io a Bellano sono andata al distributore dell’acqua!
Sì era davvero una bella iniziativa, io spero sempre che un giorno possa ripartire.
GRAZIE Luisa!!
C’è stato un aumento sconsiderato di cibi pronti e confezionati. Credo che il mondo – o almeno questa è la mia impressione – non sia stato capace di gestire il cambiamento. In primis quello delle donne che sono “uscite dalla cucina”. In più il profitto è ancora il motivo principale per cui si fanno alcune scelte. Mi sento colpevole e allo stesso tempo impotente.
Anche io mi sento colpevole, e allo stesso tempo, quel tanto o poco che possiamo fare certo appare ininfluente.
Le donne “sono uscite dalla cucina” e in generale penso che sia stata la smania … possiamo dire “da accelerazione?”
Perché perdere tempo a riporre cibi, lavare contenitori, stivare e via discorrendo?
Tutto fast.
Usa e getta.
Anche per le persone, in fondo. O sbaglio?
Già, come tutte le cose belle ha avuto vita breve… la verità primaria è che siamo troppi. La nostra mente non ha la capacità di realizzare che quasi 9 miliardi di membri di una sola specie su un unico pianeta sono TROPPI. Finché prevarrà il troppo, ci sarà sempre il lato intensivo: allevamenti, agricoltura, consumi, ecc ecc… Purtroppo il 95% della popolazione è ancora in uno stadio evolutivo ritardato, addentro al circolo vizioso di tutte le forme di vita: nasci mangi combatti riproduci muori. Dovremo fare il passo successivo e liberarci da queste catene, ma siamo bambini e purtroppo quando lo realizzeremo sarà troppo tardi. Nel frattempo nel pianeta compaiono forme di vita con adattamenti utili, come l’alga che ‘digerisce’ la plastica. 🤷🏽♀️
Eh! Un po’ come dire, con giusta ragione, che persino le alghe sono più intelligenti di noi.
Vero: siamo troppi e troppo presi dal nostro essere.
Concordo anche sullo stadio evolutivo “ritardato” o direi anche stadio INVOLUTIVO purtroppo. Esagero?
Secondo me la strada da fare è ancora molta, se consideriamo pure che c’è gente che la differenziata ancora non la sa fare o la fa in modo approsimativo. Per cui non so chi sia peggio tra le aziende che pensano solo a fare i loro interessi e quelli che non hanno ancora capito le dinamiche utili per un mondo più pulito e green, fregandosene anche un bel po’. Probabilmente manca anche una cultura/educazione che implichi questo. Io ricordo ai tempi delle medie la mia mitica prof. d’italiano che per il fatto che sotto i banchi ci fossero i chewin-gum appiccicati un bel giorno ce li fece togliere armandoci di alcol, coltellini e non mi ricordo cos’altro per farci capire l’importanza del rispetto degli altri e dell’ambiente.
Ecco. Esatto.
Sicuramente a noi manca la cultura del rispetto dell’ambiente: negli altri paesi appare subito evidente la cura che hanno TUTTI dei luoghi pubblici, per come li mantengono anche i singoli cittadini.
Visioni purtroppo utopiche qui.
GRAZIE Maria per il ricordo della tura prof! Non a caso la definisci mitica. Magai in quel momento a qualcuno non sarà sembrato simpatico rimuovere i chewing gum, ma quell’esperienza si è trasformato in ricordo e in esempio. Quando si dice insegnamento a tutto tondo …