LA GUERRA DEI MONDI

LA GUERRA DEI MONDI

A che ora è la fine del mondo?”
No, partiamo dall’inizio: La guerra dei mondi è un romanzo scritto da H. G. Wells, tra i precursori del genere fantascientifico, originariamente pubblicato a puntate nel 1897 sul Pearson’s Magazine a Londra.
Primo aneddoto curioso: H. G. Wells prese in parte ispirazione dalle teorie di Giovanni Schiaparelli su Marte  (e se mi leggi sempre ricordiamo il nostro save the date 🙂 )
L’astronomo, nonché direttore dell’Osservatorio Astronomico di Brera a Milano, osservò alcune linee sulla superficie del pianeta rosso, e ipotizzò che potessero essere canali naturali per il trasporto di acqua poiché mutavano da una osservazione all’altra.
A questo punto ci sta un altro bel sorriso perché qual è uno dei tasti dolenti per tutti noi italiani? La conoscenza dell’inglese!
Perché dico questo? Perché i suoi canali naturali vennero tradotti con il termine sbagliato che travisò la teoria trasformandoli in canali artificiali. Da qui il presupposto che fossero stati scavati da … marziani, per l’appunto.
Questi famosi “marziani” che hanno popolato le fantasie di molti, incarnando le più svariate forme e descrizioni, prima di venire soppiantati dai più universali alieni.
Questi famosi “marziani” che hanno ispirato prima Wells e poi anche Welles, Orson Welles.
Curiosa anche questa coincidenza, li separa una e ma soprattutto una invenzione brevettata, altro dato curioso, sempre nel 1897, sempre a Londra, e sempre da un italiano: Guglielmo Marconi.
Perché passo a parlare di radio? Perché nel frattempo arriviamo nel 1938 è la radio è ancora la neonata tra i mass media e, esattamente come funziona oggi per internet, viene vista come una forma di comunicazione potenzialmente pericolosa, in quanto veicolo di mutazione sociale, per la rapidità di diffusione alla facile portata di un numero elevato di persone, e soprattutto dannosa per i colossi dell’editoria, preoccupati di perdere i loro introiti.
E ed è proprio alla CBS che Orson Welles conduce The Mercury Theatre on the Air: un programma costituito dalla narrazione dei grandi classici della letteratura, per la verità mal pagato e non molto seguito.
Ma Orson, allora attore shakesperiano, esprime il suo genio usando il programma anche per assestare un colpo al sistema, decidendo di dare il taglio di un notiziario in tempo reale, e in vista dell’imminente Halloween, struttura l’invasione marziana descritta nel libro come una radiocronaca in tempo reale.
È infatti il 30 ottobre 1938 quando va in onda la lettura dell’incipit de La Guerra dei Mondi, intervallata da trasmissioni musicali, come di consueto, finché un annuncio interrompe la musica e traspone il testo ambientandolo negli Stati Uniti. Con l’aiuto dello sceneggiatore Howard Koch, vengono inserite finte interviste ad esperti, imitazioni di comunicati delle autorità, ed effetti sonori ai quali Orson Welles presta una cura particolare.
All’inizio e nel corso della trasmissione viene chiaramente dichiarato che si tratta della trasposizione del romanzo, ma molti si sintonizzano in momenti diversi e l’effetto illusione creato ad arte riesce perfettamente.
Si narra della telefonata di un uomo al New York Times per chiedere appunto “a che ora è la fine del mondo?” alla quale fa riferimento il famosissimo brano scritto da Michael stipe dei R.E.M.
C’è un coro che sostiene la esagerazione delle stime che contano le persone corse in strada, le scene di panico, o l’isteria, e sinceramente non intendo soffermarmi sui numeri, dal momento che, specialmente in questo periodo, non se ne può più di sentire tragici conteggi.
Di fatto, a Grover’s Mills nel New Jersey, esiste una targa commemorativa con la seguente iscrizione:
La sera del 30 ottobre 1938 Orson Welles e The Mercury Theatre presentarono una drammatizzazione di H.G. Wells La guerra dei mondi adattata da Howard Koch. Questo doveva diventare un punto di riferimento nella storia delle trasmissioni, provocando continui pensieri sulla responsabilità dei media, sulla psicologia sociale e sulla difesa civile. Per un breve periodo, oltre un milione di persone in tutto il paese credevano che i marziani avessero invaso la terra, a partire da Grover’s Mill, nel New Jersey.
La cosa importante che Orson Welles più o meno volontariamente ci ha dimostrato, è che le persone sono portate a credere piuttosto incondizionatamente ciò che viene loro comunicato dai mass media mainstream.
Quante volte ci siamo sentiti dire “lo ha detto la TV?”
Quanti hanno cura di verificare le notizie?
Questa volta mi sono dilungata oltre il tempo del caffè, ma oggi forse possiamo concederci anche il cioccolato, che dici?
Però ora concludo con l’ultima strana coincidenza: ne La Guerra dei Mondi i marziani vengono sconfitti da un virus.

TV YIN O TV YANG?

TV YIN O TV YANG?

TV Yin o TV Yang?

Mentre in Italia sembra di essere tornati ai tempi di Guelfi e Ghibellini, criterio secondo il quale dovremmo forzatamente separarci in due fazioni opposte: se non stai da una parte, deve significare che stai dall’altra, (e io mi domando PERCHÈ), anche i televisori a quanto pare iniziano a suddividersi i ruoli … sì, lo so, sto parlando di apparecchi “datati” per la durata media corrente, anche se in realtà non è che siano così vecchi.
Dunque qui ad esempio in una TV sono ancora visibili i canali Mediaset ma non più La7 ed altri, e viceversa.
Dal primo gennaio 2020 i canali DTT (digitale terrestre) iniziano ad abbandonare l’attuale standard di codifica MPEG-2 per passare al MPEG-4 che finora era utilizzato soltanto dai canali HD cioè in alta definizione.
Ma questa è soltanto la prima fase: la transizione definitiva si concluderà entro giugno 2022 e prevede il passaggio a nuove tecnologie di trasmissione come HEVC “High Efficiency Video Coding” che offre una migliore compressione dati, o DVB-T2 “Digital Video Broadcasting Terrestrial Second Generation” ovvero l’estensione adatta a portare il segnale HDTV sul digitale terrestre.
E perché tutto ciò?
Perché le frequenze utilizzate al momento devono essere lasciate libere per la rete 5G, e quindi per la comunicazione mobile, assicurando una alta velocità di connessione per i telefoni cellulari.
E i televisori diversamente abili? Avranno bisogno di un decoder. Di nuovo.
Però a questo punto la domanda è: la televisione offre ancora un servizio utile e adeguato?
I programmi che non si schierano né con i Guelfi né con i Ghibellini per intenderci, i programmi seri, i programmi che fanno cultura o anche intrattenimento che non sia la famosa copia di mille riassunti di Samuele Bersani, si possono forse contare sulle dita di una mano.
Dopo che siamo già costretti a pagare una tassa di possesso continuando a chiamarla canone, incastrata peraltro nelle fatture per l’energia elettrica, vale davvero la pena spendere altri soldi?
Per come veniamo usati per propagandare, e non parlo solo della pubblicità, onestamente, non dovrebbero essere loro a pagare noi?

Archivi

Pin It on Pinterest