KALADZE
Dopo avermi parlato dei cortili italiani Lela mi ha raccontato che si sono da poco conclusi i ballottaggi per l’elezione a sindaco di Tbilisi e che è stato riconfermato Kakha Kaladze (in georgiano :კახაბერ კალაძე) per il secondo mandato.
Nonostante la mia ignoranza calcistica venga periodicamente presa a picconate da mio figlio nel suo tentativo di illuminarmi, quando Kakha Kaladze, o più precisamente Kakhaber Kaladze viene trasferito dal Dinamo Kiev al Milan, lui non era ancora nato.
I numeri delle sue vittorie parlano chiaro: con il Milan ha vinto uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa di Lega, due Champions League, una Supercoppa europea e un Mondiale per club.
E la sua attuale vittoria in campo politico segue precedenti incarichi altrettanto rilevanti come Ministro dell’Energia e delle Risorse Naturali e successivamente vice premier.
Una famiglia bellissima a coronare anche la vita privata: quattro figli avuti con la moglie Anouki Areshidze fashion designer anche se, ancor più delle creazioni, la mia attenzione è stata attratta da questo cappellino del Café de Flore, curiosa coincidenza?
Il loro primogenito si chiama Levan.
Chi conosce già la vita di Kakha Kaladze ne ha ben chiaro il motivo.
Io, tanto per cambiare, l’ho scoperto solo ora.
Nella foto si vede anche il monumento alla Libertà che rappresenta San Giorgio che sconfigge il drago.
Tante volte non riusciamo a sconfiggere il male.
Per la famiglia Kaladze e per tutti coloro che hanno sperato con loro, è stato così.
Levan era il fratello di Kakha: rapito pochi mesi dopo il suo arrivo a Milano. Aveva solo venti anni.
Il suo corpo è stato ritrovato cinque anni dopo.
Dato che ho citato San Giorgio, anche se il 23 di aprile è lontano, coglierei l’usanza spagnola di regalare rose e ne dedicherei una alla memoria di Levan e di tutte le altre vittime di rapimento.
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