Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore è il libro scritto da Dianella Bardelli che ringrazio molto.
Inizialmente il contatto che ho avuto con Dianella è stato di tipo vocale: ho ascoltato la sua voce che mi ha colpita ancor prima di scoprire l’aspetto fondamentale del libro, e ancor prima che io potessi rendermi conto di ciò che avrei scoperto leggendo, ovvero quella che io ho ritengo sia una caratteristica in comune tra Dianella e Lenore.
Lenore Kandel.
Dianella Bardelli nel suo libro edito da Compagnia Editoriale Aliberti racconta questo personaggio, con uno stile del tutto personale, immersivo quanto biografico.
Lenore Kandel è una poetessa appartenente alla cultura Hippie. In realtà spesso il movimento Hippy viene definito “controcultura” ma a me non piace pensare in questi termini.
Lenore in particolare si è distinta per l’intensità con la quale ha vissuto e diffuso l’essenza stessa della sua passione.
Passione che trova la sua più emblematica rappresentazione nel libro The love book: un testo ritenuto osceno, sequestrato e bandito a tal punto da portare a processo tre commessi con l’accusa di diffusione tramite le loro librerie.
San Francisco, 1967.
Un anno iniziato con lo Human Be-In al Golden Gate Park preludio all’estate ricordata da tutti come la Summer of love.
Un’epoca che finora non avevo mai approfondito pienamente ma che Lenore e Dianella mi hanno mostrato in tutta la sua filosofia.
Lenore e Dianella, due donne, lontane nello spazio, nel tempo, nei colori, ma vicine nella scrittura come espressione della loro intensa passione.
Il viso di Dianella è incorniciato da capelli color oro.
Il viso di Lenore è sottolineato dalle famose trecce di colore nero.
Dianella scrive romanzi e poesie e oltre a Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore ha pubblicato Vicini ma lontano, I pesci altruisti rinascono bambini, Il bardo psichedelico di Neal, Verso Katmandu alla ricerca della felicità, Vado a caccia di sguardi, 1968.
Lenore, al di là del già citato The love book ci ha lasciato, tra le altre opere, Word Alchemy … un titolo che io trovo poetico già di per sé stesso.
Il destino di Dianella la ha portata a scoprire per caso Lenore e ad essere l’unica donna a raccontarci di lei in Italia.
Il destino di Lenore la ha portata ad essere sul palco dello Human Be-In il 14 gennaio 1967, unica donna a parlare, nel giorno del suo trentacinquesimo compleanno. Puoi vederla dopo gli auguri qui dal minuto 11.30.
Lenore ci ha lasciato questa conversazione con Carlos Fresneda, nella quale cita anche Lawrence Ferlinghetti mentre scorrono le foto di Isaac Hernandez.
In sostanza, Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore a me ha parlato di Donne, e, nella mia chiave di lettura personale, io mi sono ritrovata a pensare a come ci spezza la vita.
Senza aggiungere altro ti lascio questa frase dal libro: Quello che non è sufficientemente illuminato dalla luce della saggezza non riesce a passare dall’idealizzazione alla realizzazione concreta.
La Treccani ci dice che Coltan è un termine con cui, per contrazione, si identifica la columbo-tantalite, minerale nero metallico composto da columbite e tantalite. È una delle combinazioni in cui è possibile rintracciare il tantalio, metallo con cui si realizzano condensatori di piccole dimensioni ma molto efficienti (essenziali quindi in dispositivi portatili quali telefoni cellulari e computer, nonché nell’elettronica per l’automobile), ragione per la quale il coltan è diventato una materia assai ricercata.
In Congo, e in particolare nella zona di confine con Ruanda e Uganda, ci sono le miniere Luwow tristemente note per lo sfruttamento dei lavoratori e per l’orrenda piaga del lavoro minorile.
Amnesty International riferisce una stima Unicef del 2014 ma possiamo presumere che il numero sia sottostimato, dato il continuo esponenziale aumento di devices elettronici in circolazione.
Abbiamo ancora tutti impresso nella mente il nome Congo belga, che ci riporta direttamente al controllo dei territori cessato in tempi recenti come testimonia anche questo video dell’Istituto Luce datato 1960:
Un ricordo che per me si colloca sui banchi delle scuole elementari è: Zaire, il nuovo nome a partire dal 1971. La decisione viene presa da Mobutu che in una sorta di girandola politica tra avvicendamenti di Repubbliche e dittatura di fatto, è rimasto fino al 1997 figura ambigua in contrasto tra: il ruolo di padre della patria che intendeva ricoprire, e un profilo autoritario e corrotto.
La neonata Repubblica Democratica del Congo però non vede profilarsi la pace, e la corsa all’accaparramento del coltan aggrava sia il già duro conflitto interno su basi etniche, che quello con i confinanti Ruanda, Uganda e Burundi.
Con la dichiarazione del suo Presidente del 2 giugno 2000, il Consiglio di Sicurezza chiede al Segretario Generale di istituire un gruppo di esperti sullo sfruttamento illegale delle risorse naturali e di altre forme di ricchezza della Repubblica Democratica di il Congo, per un periodo di sei mesi, con il seguente mandato: – Dare seguito alle segnalazioni e raccogliere informazioni su tutte le attività di sfruttamento illegale delle risorse naturali e altre forme di ricchezza della Repubblica Democratica del Congo, anche in violazione della sovranità di quel paese; – Ricercare e analizzare i legami tra lo sfruttamento delle risorse naturali e altre forme di ricchezza nella Repubblica Democratica del Congo e la continuazione del conflitto; – Per tornare al Consiglio con raccomandazioni.
Con questa letteradatata aprile 2001 Kofi Annan presenta il suo Rapporto del gruppo di esperti sullo sfruttamento illegale delle risorse naturali e altre forme di ricchezza della Repubblica Democratica del Congo.
Un rapporto del Consiglio di Sicurezza dell’ONU del 2003 denuncia che i proventi dello sfruttamento del coltan da parte degli stati avversari sono serviti a finanziare i propri eserciti contro il Congo stesso. Oltre al fatto che le operazioni di ricerca ed estrazione del coltan da parte di forze ribelli, hanno provocato in Congo gravi danni ambientali all’interno di riserve e parchi nazionali.
Le principali multinazionali fondamentalmente dichiarano di non essere connesse allo sfruttamento, ma in fondo basterebbe risalire la corrente di società in società per arrivare alla fonte.
Afrewatch cita una causa: Lo scorso dicembre, un avvocato statunitense ha intentato un’azione legale collettiva per conto di 13 famiglie congolesi in un tribunale di Washington. In particolare, critica Apple, Alphabet, Dell, Microsoft e Tesla per l’utilizzo del cobalto nonostante sappia che è stato estratto con la forza dai bambini. Questa causa potrebbe spingere i minatori di materie prime e le società tecnologiche che hanno bisogno di cobalto a rinunciare a procurarselo da minatori artigianali. Glencore, che domina il mercato, sta seguendo questa strategia per non essere più associata al lavoro minorile.
Il sito Glencore infatti ci parla soltanto di Australia o Canada presentando nella home sostenibilità, giornata internazionale di donne e ragazze, giornata internazionale dell’educazione e diritti umani.
Lo stesso dicasi per Trasfigura che si presenta con un programma e una catena di approvigionamento responsabile.
Ma allora, dove finisce il coltan congolese, che viene stimato rappresentare la maggior quota in percentuale rispetto alla produzione totale?
Allo stesso modo Reuters dettaglia i profili di alcune società cinesi: China Molybdenum Luoyang Co Ltd e Zhejiang Huayou Cobalt Co Ltd, e anche in questo caso in calce appare la dicitura “la cinese Huayou Cobalt non acquisterà cobalto artigianale da due miniere nella Repubblica Democratica del Congo fino a quando non sarà sicura che il materiale che producono è esente da violazioni dei diritti umani secondo standard che saranno decisi dall’industria.”
Chissà se possiamo sperare che alla teoria segua la pratica.
Ho già citato enti, associazioni, consigli di sicurezza, società e quant’altro, eppure nelle miniere di Luwow si continuano a sfruttare oltre ogni limite persone, e addirittura bambini, sotto gli occhi di tutti. O forse dovrei dire sotto gli schermi di tutti, compreso il mio, dal quale ti sto scrivendo.
Sul caso cobalto RDC International rights Advocatesscrive: a nome dei bambini minatori, la causa richiede che le aziende paghino risarcimenti e finanzino programmi di riabilitazione ed educazione per le famiglie dei bambini minatori uccisi o mutilati dalle terribili condizioni nelle miniere di cobalto. Apple, Alphabet (Google), Dell, Microsoft e Tesla sono tra le aziende più ricche e potenti del mondo.
Queste aziende pretendono di essere verdi e futuristiche, ma i loro prodotti sono Powered by Blood Cobalt. I consumatori che acquistano questi prodotti dovrebbero chiedere alle aziende di aggiustare la loro catena di fornitura piuttosto che passare anni a combattere in tribunale per evitare la responsabilità per il Blood Cobalt che i loro prodotti attualmente utilizzano per funzionare.
I consumatori siamo noi.
Concludo con la citazione che mi ha mandato Massimo: Il mondo è un posto bellissimo in cui nascere se non t’importa che la felicità non sia sempre così divertente se non t’importa un po’ d’inferno di tanto in tanto proprio quando tutto va bene perché perfino in paradiso non si canta tutto il tempo Il mondo è un posto bellissimo in cui nascere se non t’importa che qualcuno muoia sempre o forse solo muoia di fame ogni tanto cosa che poi non è così terribile se a morire non sei tu Oh il mondo è un posto bellissimo in cui nascere se non t’importa troppo di alcune teste perse nei posti di comando e a una o due bombe di tanto in tanto sul tuo viso alzato o ad altre simili scorrettezze a cui questa nostra società “di marca” si dedica e con i suoi uomini che vogliono distinguersi e con quelli destinati ad estinguersi e i suoi preti e altri poliziotti e le sue svariate segregazioni e indagini parlamentari e altre costipazioni di cui la nostra povera carne è erede Sì il mondo è il posto migliore di tutti per un sacco di motivi come far una scena da ridere e far una scena d’amore far una scena di tristezza e cantare canzoni con toni bassi e avere l’ispirazione e andare in giro a guardare tutto e odorare i fiori e dare una pacca sul sedere alle statue e perfino pensare e baciare la gente e fare bambini e indossare pantaloni e agitare capelli e ballare e andare a nuotare nei fiumi o durante un picnic nel pieno dell’estate e così in generale “viversela” Sì ma proprio sul più bello arriva ridendo l’impresario delle pompe funebri. Lawrence Ferlinghetti
OPINIONI