IL PREZZO DEL CAFFÈ

IL PREZZO DEL CAFFÈ

Sicuramente anche tu avrai riscontrato che il prezzo del caffè è aumentato.

Ovunque e in qualsiasi formato tu lo acquisti.

In particolare noi in breve tempo lo stiamo pagando sette euro in più.

Constatandolo, mio marito si è messo a calcolare la differenza per noi che con un chilo di caffè andiamo oltre le 142 tazzine calcolate in base ai sette grammi ciascuna, paragonando il costo di oggi e il costo di sei mesi fa.

il prezzo del caffèil prezzo del caffè

In generale argomento controverso e molto popolare è l’ipotetico nuovo prezzo della tazzina al bar: due euro.

Come ci si arriva?

La mia Lu mi aveva già segnalato tutto un repertorio di malumori comuni, espressi in maniera più o meno colorita.

Sicuramente mi interessa molto il tuo parere di consumatore, cosa ne dici?

Mi è sembrato poi doveroso consultare addetti ed esperti del settore e colgo l’occasione per ringraziare nuovamente tutti.

ALTOGA: Associazione Nazionale Torrefattori, Importatori di Caffè e Grossisti Alimentari mi ha inviato il link alla loro rassegna stampa che puoi trovare qui

Clicca poi per il file su

Il prezzo del caffè – comunicato stampa Altoga

Il parere di Martina Mazzoleni, marketing specialist del Caffè Ernani è il seguente:

Il prezzo dell’espresso nei prossimi 5/10 anni volenti o nolenti arriverà a € 2,00, per i seguenti motivi:

  • Incremento dei prezzi della materia prima ossia il caffè verde, dal 2019 ad oggi il prezzo è incrementato mediamente del 400%, alcuni caffè hanno visto picchi anche di 600% in più.

  • Cambiamento climatico: ci saranno sempre più persone che chiederanno caffè, ma ci sarà sempre meno caffè disponibile. E per la legge della domanda e dell’offerta quando c’è più domanda e meno disponibilità di una risorsa, il prezzo aumenta, è economia.

  • Se vogliamo un settore della ristorazione più giusto, i prezzi vanno aumentati. Ci lamentiamo spesso come cittadini degli stipendi bassi della ristorazione (e non mi riferisco a chi assume non in regola ecc, quelli per me non sono imprenditori), ma proprio dello stipendio troppo basso con gli accordi per i CCNL del settore.

  • Costi di gestione alle stelle, se in passato gestire questo genere di attività costava X, oggi costa X per 2, quindi il doppio.

  • Incremento spese di spedizione, non sembra ma anche le spese di spedizione nei casi migliori sono raddoppiate, nei casi peggiori sono quintuplicate, quindi ci deve essere un maggior ricarico alla fine per poterle pagare.

  • Guerre, che hanno creato problemi proprio per il punto precedente, la spedizione.

  • Paga equa anche all’origine, se vogliamo smettere di sfruttare i contadini e pagare il prezzo giusto per il caffè verde, dobbiamo aumentare anche i prezzi ai consumatori.

  • Oltre all’Italia nessuno stato ha ancora il prezzo del caffè così basso, siamo rimasti indietro.

  • Con l’ingresso della nuova normativa EUDR sarà ancora meno il caffè che potrà essere importato in Europa, quindi si prevedono prezzi ancora più alti nel 2025.

Capisco infine che i consumatori giustamente non si possono permettere prezzi troppo alti per il caffè, ma questo è un problema di stipendi che non vengono alzati dallo Stato a livello nazionale, non dei baristi o dei torrefattori che negli ultimi 4 anni stanno semplicemente cercando di sopravvivere alla peggiore crisi che il nostro settore abbia mai visto da quando il caffè è diventato una merce di scambio globale, ossia dal XVI secolo.

Giulia Spinoni di IEI Istituto Espresso Italiano mi ha fornito un comunicato stampa dal titolo emblematico: no a strumentalizzazioni.

Clicca per il comunicato stampa

Il prezzo del caffè Istituto Espresso Italiano

Conosci già Associazione Caffè Trieste: avevamo parlato di capitale non ufficiale del caffè

Voglio senz’altro anche questa volta smentire la presunta freddezza del nord est: di nuovo ho avuto il privilegio di trovare massima disponibilità e squisita cordialità.

La presidente: Arianna Mingardi è una di quelle donne con le quali ci si trova immediatamente sulla stessa lunghezza d’onda, laddove è il valore delle persone a contare.

Ho contattato l’associazione in un periodo particolarmente fervente per Trieste, per cui ti dico stay tuned perché avremo modo di chiacchierare ulteriormente in proposito.

Per rimanere per ora sulla questione prezzo del caffè: la presidente mi ha spiegato che, partendo dalla materia prima ovvero dal caffè crudo, gli aumenti sono stati lenti ma continui, di pari passo a situazioni meteorologiche avverse.

Ad aumentare non è stato però solo il prezzo: anche il consumo ha subito un notevole incremento soprattutto da parte di paesi che prima non consumavano caffè.

Molto difficile è poi la situazione logistica, a causa di lunghissime attese per il transito attraverso il canale di Suez, o in alternativa, la circumnavigazione dell’Africa.

Pur considerando le reali speculazioni che interessano questo come altri settori, il dato che emerge principalmente è l’attenzione alla tutela di una filiera che interessa tutto il territorio a vari livelli, volta a rendere il caffè una bevanda di pregio.

Prima di concludere vorrei lanciare un invito anche alla nostra Laura di Al tavolo di Amalia per conoscere il punto di vista di Napoli: che ne sarà del caffè sospeso al prezzo di due euro?

GREENWASHING

GREENWASHING

Greenwashing ovvero strategia di comunicazione o di marketing perseguita da aziende, istituzioni, enti che presentano come ecosostenibili le proprie attività, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo.

Direi che accade sempre più spesso, tu cosa ne pensi?

Torniamo a Trieste dove si è svolta la ventesima edizione di International Talent Support, lanciato nel 2002 e divenuto una piattaforma per mostrare e supportare i giovani talenti.

La storica location al Salone degli Incanti nel cuore di Trieste, è stata teatro della presentazione di “The First Exhibition: 20 years of contemporary fashion evolution”, mostra che gode del patrocinio del ministero dei Beni culturali e che sarà aperta al pubblico a primavera del 2023.

In giuria Orsola De Castro definita da molti come la pioniera dell’upcycling

La sua agenda di questi giorni mostra un programma Utopia prosecuzione costantemente aggiornata delle tematiche bandiera di Fashion Revolution di cui è co-fondatrice.

Invece di far sentire le persone in colpa, le aiutiamo a riconoscere che hanno il potere di fare qualcosa per apportare un cambiamento positivo.

Trovo che questo sia un ottimo punto di partenza, in generale.

Il Greenwashing non riguarda soltanto il settore della moda.

Possiamo citare esempi clamorosi anche nella musica, o nel marketing: pubblicità ingannevoli e ecologismo di facciata.

Per non parlare del controsenso in termini: siamo al punto in cui ci vengono dati consigli che rasentano il ridicolo per ridurre l’utilizzo della corrente elettrica nell’illusoria ipotesi di poter ridurre le bollette diventate ormai insostenibili, ma allo stesso tempo in Gazzetta Ufficiale vengono pubblicati gli incentivi per le auto elettriche

E come dovremmo ricaricarle, poi, di grazia?

FOMO

FOMO

 

Fomo significa Fear of Missing Out cioè paura di essere tagliati fuori.

Neologismo apparso sulla Treccani già nel 2015 e, come indicato dalla Accademia della Crusca, pubblicato sullo Zingarelli nel 2022.

Ti avevo giusto parlato di Darth Ansia: sulle paure sono preparatissima.

Tu hai mai avuto paura o senso di esclusione?
Hai o conosci altri tipi di fobie?

Le prime considerazioni rispetto alla fobia di essere esclusi parrebbero risalire a Dan Herman, esperto di marketing, ti consiglierei di prenderti un attimo di tempo per leggere questa analisi

La paura di essere tagliati fuori può essere intesa anche come esclusione dalle famose offerte commerciali che offrono prodotti in promozione “fino a esaurimento” oppure annunciando un numero limitato di pezzi.

Ma lo studio accademico sul fenomeno è stato pubblicato dal team di Andrew Przybylski dell’Università di Oxford e ha evidenziato che la Fomo colpisce in modo sproporzionato i giovani, in particolare i maschi. 

Ciò porta ad associare la paura di essere tagliati fuori al mondo virtuale dei social network.

Tuttavia non è così scontato e secondo un ulteriore studio National Library of Medicine al quale ha partecipato anche la “nostra” Sara Palmieri c’è ancora una mancanza di correlazione.

I risultati sono i seguenti:
In alcune popolazioni, FoMO sembra aumentare con l’età ed è inverso in altre popolazioni. L’uso di Facebook non è correlato a FoMO in alcune popolazioni e un FoMO più elevato è collegato all’interruzione dell’uso di Instagram per alcuni individui. L’associazione FoMO-uso di Internet è indipendente dalla gravità, poiché l’interazione non è significativa e questa associazione non è né lineare né curvilinea. L’associazione FoMO-uso di Internet non sembra essere associata a sintomi depressivi, ansiosi e di stress o al livello di soddisfazione della vita.
FoMO dimostra un ruolo considerevole nell’uso di Internet; tuttavia, non ci sono prove di interazione o associazione bidirezionale tra i citati. Nel complesso, non sappiamo ancora quali fattori contribuiscono agli individui che esibiscono modelli distinti nell’associazione FoMO-uso di Internet.

Qual è la tua visione?
Che opinione hai riguardo ai social networks?

Il 28 giugno uscirà in anteprima ad Anversa un film prodotto da KDPBelgium, il titolo è FOMO:
un gruppo di 10 influencer partecipa a un nuovissimo reality con un viaggio nel mondo come premio principale. Il gioco, che si svolge nel profondo della foresta, non si rivela innocente come pensato. Si verificano numerose situazioni bizzarre che portano il gruppo a mettere in discussione l’impostazione del programma. Quando un assassino mascherato si presenta all’improvviso, il gioco si trasforma in una battaglia per la sopravvivenza e si svolge un gioco del gatto e del topo tra gli influencer e l’assassino.

Ma in questo caso direi che il tipo di paura è ben diverso, o no?

IBAN: UNO, NESSUNO O CENTOMILA?

IBAN: UNO, NESSUNO O CENTOMILA?

Iban: uno, nessuno o centomila?

Il richiamo a Pirandello mi fa ripensare a questa curiosa coincidenza: alcuni frammenti del romanzo erano stati pubblicati nel 1915 sulla rivista Sapientia con il titolo “Ricostruire”.
Ricostruire è sicuramente ciò che ci aspetta, e anche se letteralmente significa restituire alla forma originaria, è ovvio che avremo una separazione netta dal come erano le cose prima, e come sarà il mondo dopo.
Ma mentre il “dopo” nemmeno si intravede, si moltiplicano gli appelli per chiedere donazioni a favore dell’emergenza.
Ti ritrovi anche tu ad osservare come gli iban indicati siano sempre più numerosi?
A me ad esempio è capitato di vedere l’iban di una banca che chiedeva di “aiutarli ad aiutare”… l’iban di una tv a pagamento, l’iban di giornali e reti televisive, addirittura l’iban di una associazione consumatori con oltretutto strascichi di polemiche, e via discorrendo.
Parrebbe, e non so nemmeno io perché ci sto mettendo il condizionale, costituire una sorta di nuova frontiera di marketing.
Chiedo: perché non unificare? Se il messaggio delle varie società, oltre a quelle che ho citato random soltanto per fare degli esempi, fosse un mero appello alla solidarietà, perché non dare tutti le medesime coordinate di un unico conto istituzionale?
Io a queste domande non trovo risposte che mi piacciono, dunque magari mi vuoi aiutare a capire tu?

 

 

 

 

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