ROMEO E DUCHESSA A VIGEVANO

ROMEO E DUCHESSA A VIGEVANO

Dal 14 al 16 Febbraio Vigevano accoglie gli innamorati che vorranno trascorrere momenti romantici nel nostro salotto ma non solo.

Vigevano in love.

Di questa manifestazione apprezzo in particolare due cose:

– uno degli slogan, cioè l’invito ai vigevanesi ad innamorarsi della propria città, cosa di cui c’è urgente bisogno, visto il repentino declino al quale siamo sottoposti

– i “testimonial” ovvero Romeo e Duchessa de Gli Aristogatti, che ovviamente amo.

 

 

Oltre a rappresentare il romanticismo delle loro code incrociate sopra i tetti, Romeo e Duchessa a Vigevano introducono anche la giornata internazionale del gatto, il giorno 17 perché Vigevano è anche “La città dei gatti” insieme a Roma e Milano.

Protagonisti de “La città dei gatti” sono i gatti Disney.

Ti ricordi tutti i loro nomi?

Scriverò in fondo le iniziali, ma sono sicura che prima di leggerle tu avrai già indovinato.

Hai festeggiato San Valentino e/o la giornata dei gatti

Una mia collega ha portato in ufficio dei Baci Perugina per addolcire un venerdì in salita e ho scoperto che i bigliettini all’interno non riportano più le famosissime frasi

Al loro posto c’è un QR code e la frase è visualizzabile tramite cellulare.

Lo so, sto per ammettere qualcosa di apparentemente tragico: sono invecchiata, io passo.

 

I GATTI
Alice nel paese delle meraviglie = S.
Cenerentola = L.
Topolino = G.
Paperino = M.
Pinocchio = F.
La carica dei 101 = T.

Chi manca?

Manca il tuo. Come si chiama?

UN MONUMENTO DA RICORDARE

UN MONUMENTO DA RICORDARE

Un monumeto da ricordare ovvero un monumento che deve essere tenuto presente ogni giorno è la frase finale di quello che non potrei mai definire semplicemente “commento” che Nick di Matavitatau ha generosamente scritto in merito alla Repubblica di Weimar

Nel caso in cui tu non lo abbia letto, ti consiglio vivamente di non perderlo: lo trovi qui

Tra l’altro ha anche ridato fiducia a Massimo dato che io dal suo spunto avevo parecchio divagato laughing

Sono assolutamente d’accordo sul concetto di monumento come qualcosa che stia ad indicarci di non dimenticare ciò che è stato, dal momento che troppo spesso non teniamo conto dell’importanza degli insegnamenti che potremmo trarre da quanto è già accaduto.

Invece ricadiamo.

La vita, si direbbe, è fatta di recidive e anche la morte dev’essere una specie di recidiva.
Samuel Beckett

Certo che potremmo lavorare su come arrivare a questa “recidiva finale”… o no?

Eppure perseveriamo nel farci cogliere ingenuamente dalle derive che ci trascinano troppo facilmente nelle risacche dei riflussi storici, che somigliano piuttosto a reflussi, che il male rigurgita dopo essersi cibato impunemente.

Cito ancora: la Repubblica di Weimar rimane lì come monito gigantesco al “come è stato” e al “come è bene che non sia mai più:” studiarla è come vederci allo specchio, oggi che la democrazia è tanto in pericolo proprio per nuove carestie e nuovi razzismi.

Perché dunque non vogliamo guardarci allo specchio con onestà?

Se non altro almeno l’inconscio potrebbe registrare ciò che noi non vogliamo vedere, persino Profondo Rosso ce lo insegna.

 

Si può quindi dire che rifiutiamo consapevolmente di vedere oppure inconsciamente rifuggiamo l’evidenza davanti ai nostri occhi?

Ora divago di nuovo, lo so, ma rimbalzando da uno specchio all’altro mi sono imbattuta in una ricerca del professor Giovanni Battista Caputo dell’Università di Urbino, ribattezzata con il nome di Caputo effect, la conosci già?

Si basa sull’illusione visiva: il professore ha registrato le reazioni di un campione di cinquanta persone alle quali è stato richiesto di osservare la propria immagine riflessa nello specchio per dieci minuti consecutivi.

Lo specchio è stato posto all’interno di una stanza illuminata soltanto dalla luce di una lampada posizionata in modo che la sua luce rimanesse dietro al campo visivo dell’osservatore e che non potesse riflettersi.

I risultati hanno dimostrato visioni distorte e in particolare: la maggior parte ha testimoniato di aver visto distorsioni sul proprio viso.

Alcune persone hanno visto il volto di un genitore, in alcuni casi deceduto.

Altre volti sconosciuti, animali o addirittura esseri mostruosi.

Pensi che potremmo provarci anche noi?

Io più che altro ho preso in considerazione l’idea come metafora.

Secondo te che ruolo ha la lampada?

Come possiamo noi illuminarci meglio per vedere nello specchio?

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