HABITAT

HABITAT

Habitat: in biologia, l’insieme delle condizioni ambientali in cui vive una determinata specie di animali o di piante.

Ecco, pensavo che mi piacerebbe che uscisse una collana del tipo “gli animali nel loro habitat” invece di Gli animali del mio zoo.

È sicuramente molto importante che i bambini imparino a conoscere gli animali, ma perché lo zoo?

La pubblicità dice che i personaggi sono stati sviluppati da un’equipe di pedagoghi.

Ora, io non sono nessuno, ma non sarebbe bello insegnare il concetto di habitat?

Oltretutto sarebbe molto utile anche per la geografia.
Secondo te i ragazzi conoscono adeguatamente la geografia?

Gli zoo stanno diventando facsimili – o forse caricature – di come un tempo si trovavano gli animali nel loro habitat naturale.
Michael J Fox

Tornando alle collane, hai mai collezionato edizioni in fascicoli settimanali o comunque periodici?

Sei del tipo paziente che ama aspettare, e vedere crescere la propria collezione lentamente e progressivamente?

O piuttosto preferisci ricercare autonomamente di mercatino in libreria i volumi che ti interessano?

Precisione o ispirazione?

A proposito di capacità creativa:

Evolution is so creative. That’s how we got giraffes.
Kurt Vonnegut

Foto di BiancaVanDijk

LA RILEGATRICE DI STORIE PERDUTE

LA RILEGATRICE DI STORIE PERDUTE

La rilegatrice di storia perdute è il libro che ho letto ancora una volta grazie a Monica.

A proposito di amicizia, Sas Bellas Mariposas e Mamaglia sono esperte conoscitrici dell’autrice: Cristina Caboni, chissà se magari vorranno raccontarci qualcosa.

Nel frattempo io vorrei chiacchierare più di come mi sono piaciute in particolare le parti che descrivono il procedimento di rilegatura nel primo Ottocento.

Oggi quanto tempo occorre per creare un libro?
Sul web si trovano varie opzioni di consegna in 24 ore.

E ogni volta ci ritroviamo con la solita domanda: abbiamo guadagnato o abbiamo perso?

Recentemente con mio marito ci siamo ritrovati alla ricerca di una figura che svolgesse ancora una professione legata alle tradizioni del passato, ma qui in zona purtroppo abbiamo dovuto constatare l’estinzione di determinati tipi di lavoro.

Trovo molto triste che si sia interrotta quella preziosa catena del tramandare il sapere e dell’insegnare la pazienza e il tempo che occorrono per acquisire abilità.

È quasi come se, interrompendo la tradizione orale, ci priveremo del privilegio di poter conoscere storie perché non ci sarà più nessuno a raccontarle.

Mi piacerebbe quindi moltissimo riprendere il concetto di “rilegatura” di storie perdute per unirle e per continuare a fare in modo che vivano con noi.

Ho trascorso molto tempo ad ascoltare una delle mie nonne che raccontava della sua infanzia in una famiglia contadina, parlarmi di un’epoca apparentemente lontanissima, di uno stile di vita essenziale, di oggetti che noi non useremo mai.

L’altra mia nonna invece ha avuto meno vita a disposizione ma ugualmente i suoi racconti rimangono indelebili, così come le sue ginocchia da mondina

Il mio bisnonno invece faceva il carité, il carrettiere ed è il suo viaggiare per lavoro che ha fatto sì che sposasse la mia bisnonna: tedesca, a dispetto del detto “moglie e buoi dei paesi tuoi …” scherzi a parte, il loro è stato un matrimonio piuttosto anticonformista considerati periodo storico e condizioni sociali.

Ma dimmi tu! Mi piacerebbe moltissimo “ascoltarti.”

Se hai un mestiere da raccontare, se vuoi che una storia non vada persa, se desideri tramandare un racconto, un pensiero, un concetto, un proverbio, una esperienza o anche semplicemente un commento, io te ne sarò grata e lo aggiungerò alle storie perdute da rilegare.

 

IL SOGNO DELLA MACCHINA DA CUCIRE Bianca Pitzorno Romanzo Bompiani

IL SOGNO DELLA MACCHINA DA CUCIRE Bianca Pitzorno Romanzo Bompiani

 

Il sogno della macchina da cucire – Bianca Pitzorno – Romanzo Bompiani.

Se penso alla macchina da cucire, immediatamente mi ritorna in mente quella di mia nonna, e mi rivedo bambina ad osservare i gesti, la rotellona che non smettevo di toccare, il pedale, la bobina.

Lei faceva sembrare tutto così facile, poi, con il tempo, ho sperimentato che non lo è affatto, come tutta una serie di altre cose del resto.

Anche la protagonista del libro, il cui nome non viene mai citato, forse per lasciare a chi legge la facoltà di identificarsi ad un livello più profondo, da bambina guarda cucire la nonna che è tutta la sua famiglia, e che insieme al cucito le insegna la vita.

E proprio gli insegnamenti della nonna, così come il forte legame tra loro, la salveranno in varie situazioni.

L’unico luogo che viene citato nel libro è Parigi, tutte le altre località sono indicate con la sola iniziale. Paradossalmente, invece di perdere i riferimenti io ho trovato un preciso orientamento, come se Parigi rappresentasse un unico punto fermo mentre “tutto il mondo è paese”, proprio con l’accezione un po’ negativa del modo di dire proverbiale.

Un mondo nel quale anche i sogni diventano un lusso che non ci si può permettere.

E così la macchina da cucire diventa più preziosa di un gioiello, trasfigurandosi nel mezzo per migliorare la propria condizione in maniera più agevole, più intensa, ma sempre con impegno, con costanza, con le proprie forze, senza sconti, lavorando.

Ancora una volta ringrazio Monica per questa lettura: un ricamo di figure femminili che ho ammirato.

Storie di Donne di quelle che ci piacciono, di quelle che si distinguono, di quelle che lottano per non essere principesse.
Donne che sopravvivono.
Donne che insegnano.

E le figure negative, le donne spietate, consumandosi nella loro cattiveria non fanno altro che far brillare maggiormente chi merita.

 

IL NEW YORK TIMES SPOSTA LA REDAZIONE DI HONG KONG

IL NEW YORK TIMES SPOSTA LA REDAZIONE DI HONG KONG

Il New York Times sposta la redazione di Hong Kong.

La notizia data sul sito ufficiale del New York Times, è stata riportata da tutta la stampa, e in particolare anche da Tom Grundy: blogger e fondatore di Hong Wrong chiuso nel 2015 per il nuovo incarico di caporedattore di HONG KONG FREE PRESS (HKFP) 

Il motivo del trasferimento di parte della redazione del NYT da Hong Kong a Seoul risiede nella nuova legge sulla sicurezza nazionale cinese ad Hong Kong varata proprio il primo luglio: ventitreesimo anniversario del cambio di bandiera ad Hong Kong.

Carrie Lam, capo esecutivo di Hong Kong ha dichiarato che la nuova legge non è doom and gloom cioè non è così nera, ma piuttosto mild, blanda, rispetto alle leggi in Cina.

Sarà, intanto questa legge si basa sul medesimo principio di vaghezza della legge cinese ed è stata annunciata come una vera e propria Spada di Damocle sulla testa di coloro che minacciano la sicurezza nazionale.

Per questo motivo, il gruppo di giovani attivisti pro democrazia originariamente parte di Scholarism nell’ambito della Rivoluzione Umbrella, confluito in Demosisto, nome scelto fondendo

la parola greca Demos = popolo

e la parola latina Sisto intesa come standing un po’ per dire coloro che resistono

ha deciso di sciogliersi “date le circostanze.”

L’annuncio è stato pubblicato con un tweet a nome dei volti più noti e rappresentativi: Joshua Wong, Nathan Law, Jeffrey Ngo e Agnes Chow.

Circa un anno fa per loro era già scattato un arresto con scare tactits: tattiche per spaventare.

Amnesty International ha definito il loro arresto un “oltraggioso assalto alla libertà di espressione”.

Ho già citato Evelyn Beatrice Hall, per contro Benjamin Franklin ci insegna che “Chiunque voglia togliere la libertà di una nazione deve iniziare a proibire la libertà di parola.”

Non sottovalutiamo MAI l’importanza della libera espressione, e non dimentichiamoci di questi ragazzi.

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