FACCIAMO FINTA CHE

FACCIAMO FINTA CHE

Estate: tempo di viaggi, voglia di leggerezza.

Ti propongo un quiz surreale per ridere tra di noi.

Sei pronta/o a immaginare?

Facciamo finta che …

tu sia in viaggio con persone che ti fanno stare bene, che siano famiglia o amici.

Prima domanda: dove state andando di bello?

Guidi tu. State chiacchierando dell’ultimo film che avete visto insieme ma tu avverti un po’ di stanchezza. Vedi un’area di servizio e ti fermi dicendo “ho bisogno di un caffè, torno subito.”

Dopo venti minuti chi era con te non vedendoti arrivare entra a cercarti e cosa vede?

Tu che canti in piedi sul bancone come le ragazze del coyote Ugly

solo che siamo in Italia, non ci sono microfoni negli autogrill e tu stai impugnando un Rustico crudo, pomodoro, mozzarella insalata e maionese.

Seconda domanda: cosa stai cantando?

Vedendo che ti hanno scoperta/o con un cenno li inviti a raggiungerti.

Ipotesi 1:
ti raggiungono e si mettono a cantare con te in stile Top Gun

Ipotesi 2:
qualcuno decide di intervenire addentando il Rustico 

Ipotesi 3:
ti guardano allibiti e dopo un primo momento in cui sono rimasti come statue di sale reagiscono chiedendoti cosa cavolo stai facendo

Facciamo finta che …

devi dare una spiegazione: cosa è successo dopo il caffè?

FILOSOFEGGIANDO IN ALLEGREZZA

FILOSOFEGGIANDO IN ALLEGREZZA

Filosofeggiando in allegrezza è il blog che ci regala una nuova tappa del Viaggio di tazzina in tazzina, e ora di serenità gioiosa ne ho parecchia anche io per queste immagini!

Come avrai capito, la foto sotto al titolo viene dalla Spagna: Galizia, e per la precisione viene dal Festival del libro di Vigo

As Feiras do Libro de Galicia si svolgono ogni anno in vari paesi e città della Galizia, nei mesi primaverili ed estivi, con bancarelle gestite da librai, e un ampio programma di attività parallele, come conferenze, incontri con autori, mostre, presentazioni di libri, ecc., che fanno di questi eventi un incontro di grande interesse culturale.

Lo scrittore che più ha universalizzato Vigo è stato Jules Verne,  in un passaggio di 20.000 leghe sotto i mari.

Tu lo hai letto?
Pensa che io ho avuto il coraggio di perdermelo finché non lo ha portato a casa mio figlio dalla biblioteca della scuola elementare, ma c’è sempre tempo per rimediare, giusto?

Nel romanzo di Verne, l’estuario di Vigo nasconde ricchissimi tesori provenienti dalla battaglia della baia o battaglia di Rande.

“Allora, signor Aronnax (…), siamo in quella stessa baia di Vigo. Sta a voi svelare i suoi misteri”.

La battaglia ebbe luogo il 23 ottobre 1702 tra le coalizioni anglo-olandese e ispano-francese, durante la guerra di successione spagnola. I galeoni spagnoli giunsero all’estuario di Vigo carichi del più grande tesoro che avesse mai attraversato l’Atlantico: oro e argento, gioielli…


“La sabbia era disseminata di quei tesori. Poi, carichi di quel prezioso bottino, quegli uomini tornavano al Nautilus, depositavano i loro fardelli e riprendevano quella pesca inesauribile di oro e argento”.


Da allora centinaia di immersioni sono state effettuate nelle acque dell’estuario di Vigo alla ricerca di tesori. Senza andare oltre, nel 2011 sono stati individuati e identificati sei relitti legati alla battaglia.


Non trovi dunque che la frase scelta per presentare il Festival:

LE MIGLIORI STORIE INIZIANO CON UN BUON CAFFÈ

sia semplicemente perfetta?

Se vuoi proseguire nella scoperta di aneddoti interessanti sulla Galizia non ti perdere il racconto del viaggio qui su Filosfeggiando in Allegrezza

A proposito di cose preziose poi, ecco due caffè da Monforte de Lemos!

Dunque dopo Verne possiamo citare anche El ingenioso caballero don Quijote de la Mancha di Miguel Cervantes, proprio con riferimento al Conte di Lemos.

Ma di Monforte di Lemos ci racconta dettagliatamente Filosfeggiando in allegrezza nella seconda parte del suo reportage.

E tu?
Dove hai bevuto il caffè ultimamente?

AFGHANISTAN DOVE DIO VIENE SOLO PER PIANGERE

AFGHANISTAN DOVE DIO VIENE SOLO PER PIANGERE

 

Afghanistan, dove Dio viene solo per piangere è il titolo del libro scritto da Siba Shakib che ho letto grazie a Vincenzo Franca e Francesco

Anche con Siba Shakib condivido il mese e l’anno di nascita

E lei in questo video tra le altre cose parla di sedersi insieme a bere un caffè.

 

Ma questa volta la lettura anziché un momento di distensione, è stata particolarmente dolorosa.

Questo libro è stato pur sempre un viaggio, dal quale però sono tornata con una ferita.

Afghanistan, dove Dio viene solo per piangere.
Credo che le parole scelte dall’autrice come presentazione del suo libro siano assolutamente emblematiche.

Quando ho raccontato di Denise Ho, Gabriella ricordava quanto sia importante mantenere alta l’attenzione anche su altre realtà e sicuramente la condizione femminile in Afghanistan è una di quelle.

Il 1° luglio il Consiglio per i diritti umani ha concluso la cinquantesima sessione ordinaria dopo l’adozione di 23 risoluzioni e ha tenuto un dibattito urgente sui diritti umani delle donne e delle ragazze in Afghanistan. In una risoluzione, il Consiglio ha riaffermato il suo impegno incrollabile per il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani da parte di tutte le donne, ragazze e bambini in Afghanistan, compreso il diritto alla libertà di movimento, il diritto all’istruzione, il diritto al godimento della il più alto livello raggiungibile di salute fisica e mentale, compresa la loro salute sessuale e riproduttiva, il diritto al lavoro e il diritto di accesso alla giustizia su base di uguaglianza con gli altri. Il Consiglio ha chiesto all’Alto Commissario di organizzare un dialogo interattivo rafforzato durante la sua cinquantunesima sessione, con la partecipazione del Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan.

Eppure queste parole sembrano sterili vuote e inutili: UN News il 1° luglio ha pubblicato una terribile “statistica”

La situazione delle donne in Afghanistan è così disperata che si suicidano al ritmo di uno o due al giorno.

IL MODELLO PER LA LEADERSHIP DINAMICA

IL MODELLO PER LA LEADERSHIP DINAMICA

Il modello per la leadership dinamica è il libro edito da Santelli Editore che Milan Krajnc sta attualmente presentando in Italia.

Il Dr. Milan  ha gentilmente accolto il mio invito per la rubrica viaggio di tazzina in tazzina e mi ha inviato la foto del suo caffè a Milano.

Lo ringrazio, con i migliori auguri per il suo tour di presentazione.

Il modello per la leadership dinamica è un progetto al quale tiene in maniera particolare, raccontando di come fondamentalmente parli di futuro e di umanità, secondo il principio che l’uomo si prenda prima cura dei propri obiettivi.

Il punto cardine è la Natura.

Gli obiettivi aziendali e materiali devono supportare gli obiettivi personali, secondo il modello del Dr. Milan.

Una concezione davvero ottimale, in particolare in questo periodo nero su tutti i fronti, non ultimo il lavoro, non trovi?

Ho avuto modo di ascoltare le esperienze di molte persone e sinceramente, nonostante tutto il mio pessimismo cosmico, non sarei riuscita ad immaginare fino a quali livelli si cade, o forse dovrei dire scade, in materia di condizioni lavorative, in troppi ambiti e in troppi casi, purtroppo.

Motivo per il quale provo forte empatia, in particolare con i compagni dell’ultimo corso che ho frequentato: un gruppo eterogeneo eppure complementare, capace di cementarsi tramutandosi in amicizia davvero bella.

Spero che tu non abbia problemi con il tuo lavoro, spero che tu lo trovi appagante, spero che i tuoi meriti vengano riconosciuti e retribuiti in maniera consona.

Spero che tu possa testimoniare la soddisfazione, la realizzazione dei sogni, la concretizzazione del tuo progetto, proprio come Milan con il suo.

I TRENI DELLA FELICITÀ

I TRENI DELLA FELICITÀ

Innanzitutto ringrazio moltissimo Giovanni Rinaldi e Americo Marino per i loro grandi gesti di amicizia: ne sono estremamente onorata.

Una volta tanto posso dire davvero che le storie BELLE continuano.

Tutto è cominciato con uno scambio di opinioni, o forse dovrei dire con uno “scambio” che ha deviato il treno giusto su un binario diverso.

E diverso è stato il viaggio che ho fatto leggendo il libro I Treni della Felicità perché se “l’andata” riporta indietro nel tempo, il ritorno è sicuramente diretto al futuro.

Il futuro di bambini che hanno vissuto un momento storico molto doloroso, ma che più di altri ci insegnano la vera essenza della vita.

Ti consiglio di scoprire questa storia che trovo assolutamente essenziale per l’esempio che rappresenta, perché non ci si dimentichi mai che aiutarsi l’un l’altro è il segreto della felicità.

“La miseria che aiuta l’altra miseria è una frase che racchiude esattamente lo spirito che ha animato l’UDI, Donne che si sono adoperate per fare in modo che bambini rimasti soli in seguito ad un arresto di massa come ritorsione ad uno sciopero, potessero trovare l’affetto e le cure che i loro genitori erano impossibilitati a dare.

L’episodio chiave si snoda dalla Puglia ma la rilevante portata ha fatto sì che l’aiuto si estendesse a bambini provenienti anche da altre zone.
Il libro cita anche Pavia, ed in effetti io mi chiedo se tu hai mai sentito magari i tuoi nonni raccontare episodi di ospitalità nei confronti di bambini venuti da altre regioni.
So per certo che “da noi” in tempi più recenti furono ospitati bambini di Chernobyl, quindi chissà.

Infatti io sono rimasta incantata innanzitutto perché si tratta di tradizione orale nel senso più puro. Le descrizioni minuziose trasportano letteralmente ad ascoltare, oltre che a leggere, proprio come io ho sempre ascoltato i racconti delle mie nonne.

C’è tutto un patrimonio di vite contenute nei cuori delle persone che sarebbe meraviglioso conoscere, testimoniare, diffondere, imparando dalla viva voce di chi ha il grande valore della propria esperienza da condividere.

Come Irma: di lei mi sono “innamorata” leggendo la sua idea di piacere catastematico.

O come Americo: il suo racconto di mamme al plurale per me è stato commovente e illuminante allo stesso tempo.

Nel mese di maggio ricorre la festa della mamma e direi proprio che la mia dedica andrà alle sue MAMME.
Resta inteso che qualora Americo volesse raccontare qualcosa di loro o aggiungere qualsiasi altro pensiero, qui è il benvenuto.

Ovviamente lo stesso vale anche per Giovanni.

Questa volta fatico a rimanere nello spazio di un caffè, perché le riflessioni che nascono sono tante: solo il ricordo di Mimì che vede il mare per la prima volta basterebbe per un ulteriore viaggio parallelo.

Allora semplicemente lascio che il treno riparta lento sperando che la prossima destinazione possa essere una piacevole sorpresa, come quella che mi ha portata a conoscere I treni della felicità.

GRAZIE!

 

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